Alzi la mano chi non conosce almeno una canzone di Biagio Antonacci. Da oltre trent’anni uno dei cantautori più amati (specie dalle donne), e capace di vantare un pubblico trasversale che va dai genitori ai figli. Due diverse generazioni di estimatori che si danno appuntamento ai concerti per cantare insieme le canzoni più rappresentative del suo repertorio, partito bene, con la produzione di Ron e una scrittura intima, quasi stinghiana.
Ex geometra, il cantautore di Rozzano (aspirante batterista) ha guadagnato «un milione e duecentomila lire al mese» per tanto tempo. Prima di salire sui palchi. «Ricordo con terrore i no delle case discografiche. Giravo con queste cassette che proponevo a tutti, pregavo di guadagnare la stessa cifra con la musica», racconta. Poi il successo è arrivato: «La prima cosa che ho fatto è stato comprare casa ai miei genitori, una villetta a schiera, fuori dal quartiere con i palazzoni dove sono nato». Ma anche i problemi: «Quando la gente ti ferma per strada, quando le ragazze piangono al solo vederti, diventa tutto assurdo.
Tre decenni dopo, anche la discografia è cambiata. Ora i dischi non si vendono più come una volta, ma questo non ha tolto forza alla sua musica e alla volontà di cantare e suonare, e continuare la corsa del Palco Centrale Tour - titolo della tournée (nei palazzetti) e scelta scenografica - con altra fermata ad Eboli il 25 maggio (unica data campana) a bissare il sold out dello scorso novembre, che ha già fatto sognare i fan. «Finché avrò gente sotto al palco sarò contento», aggiunge Biagio (già lanciato verso le date estive).
La scaletta non si discosterà molto da quella passata. Spazio quindi ai successi degli esordi, da «Liberatemi» ad hit come «Iris» o «Se io, se lei», «Convivendo», «Non so più a chi credere», «Non è mai stato subito», «Vivimi», «Mi fai stare bene». Fino ai recenti «Seria» e «Telenovela» o ancora «Sognami» con cui è stato guest star al Festival di Sanremo 2023 accompagnando Tananai e Don Joe nella serata delle cover. In mezzo anche l'ultimo singolo (scritto dal figlio Paolo), «Tridimensionale» feat. Benny Benassi, corsa al titolo di tormentone. Un tempo partiva in pole position, oggi chissà.
Con lui la band formata da Placido Salamone (chitarra e direzione musicale), Massimo Varini (chitarra), Emiliano Fantuzzi (chitarra, Programmazione), Jacopo Carlini (piano, tastiere), Lucio Fasino (basso), Donald Renda (batteria) e Ernesto Lopez (percussioni). Il suo concerto chiude anche la tranche primaverile del programma del PalaSele a cura di Anni 60 produzioni. Prossimi appuntamenti (già annunciati) in autunno con due regine della musica: Giorgia (2 dicembre) e Laura Pausini (26 dicembre).