Fisciano, lanciò la figlia di due anni dalla finestra: assolto perchè «non imputabile»

L'uomo dovrà trascorrere cinque anni in una Residenza esecuzione misure di sicurezza, il legale Silverio Sica: «Riconosciuta la condizione di infermità mentale al momento del fatto»

La palazzina dalla quale il padre ha lanciato la figlia
La palazzina dalla quale il padre ha lanciato la figlia
di Nicola Sorrentino
Sabato 22 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 23 Aprile, 10:15
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Non era capace di intendere e di volere, nel momento in cui lanciò la propria figlia di 2 anni dalla finestra di casa. È stato assolto perché non imputabile G.D.A., il 41enne di Fisciano accusato del tentato omicidio della figlia. La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale di Nocera Inferiore, al termine del rito abbreviato. L’uomo dovrà trascorrere cinque anni in una Rems (Residenza esecuzione misure di sicurezza). La durata potrà variare, in questi casi, a seconda di quelle che saranno le valutazioni dei medici che lo avranno in cura. Una terza perizia - quella richiesta dal tribunale - aveva confermato che in quel momento - il 30 ottobre del 2022 - l’uomo fosse incapace di intendere e di volere in ragione di un «disturbo psicotico breve con marcato fattore di stress».

Una condizione che ebbe il suo inizio quando, qualche giorno prima dell’evento, immaginò che in un pacco postale arrivato a casa vi fosse una bomba destinata alla figlia. Al suo interno c’era invece un termometro, ordinato attraverso internet. Quella sera, sul posto giunse un’ambulanza, chiamata dai carabinieri intervenuti in precedenza. L’uomo fu sottoposto alla visita di un neuropsichiatra. Da quel colloquio emerse una situazione di forte stress ed esaurimento, con la prescrizione di due farmaci, utili a chi soffre di agitazione, disordini di personalità e per il trattamento della schizofrenia. Farmaci che l’uomo assunse due volte, la sera precedente e la mattina dei fatti, prima di lanciare la piccola dalla finestra. Ai carabinieri che lo trovarono in stato di choc, sul letto, in casa, disse che lo aveva fatto dopo aver sentito per giorni «la voce di Dio che mi diceva di farlo».

«È una sentenza giusta - spiega il legale Silverio Sica - perché riconosce ciò che noi dicemmo subito, dal primo momento, e cioè di una condizione di infermità totale di mente al momento del fatto. Riguardo la misura di sicurezza ritengo sia un atto di prudenza del giudice che lo ha affidato ai medici che lo terranno in cura. I quali, man mano, gli daranno la possibilità di un reinserimento sociale. Era quello che volevamo». Le condizioni dell’imputato erano state illustrate ieri mattina, in udienza, dal perito nominato dal tribunale, Ferdinando Pellegrino. Il lavoro del consulente aveva in sostanza confermato quanto già altre due perizie avevano messo nero su bianco, quella della procura - l’indagine fu coordinata dal sostituto Roberto Lenza - e quella di parte, chiesta dalla difesa del 41enne, rappresentata dai legali Tommaso Amabile e Silverio Sica. Padre amorevole e presente, a dire dei servizi sociali e della famiglia stessa, oltre che professionista attento, G.D.A. era consulente per l’Inps: probabilmente poteva essere curato prima e nel giusto modo, secondo quanto emerso dalla documentazione medica e dagli elementi raccolti dall’organo inquirente. La psicosi di cui soffriva il 41enne è gestibile e curabile con una cura farmacologica specifica, che gli fu somministrata in carcere e poi in una rems, quando fu liberato. Le sue condizioni, anche nel corso dei vari colloqui sostenuti, erano poi migliorate. La dinamica di quanto accaduto fu ricostruita dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino. Le indagini si servirono del sonoro estratto da una telecamera di un palazzo poco distante da quello dell’incidente, grazie al quale si intuì che fu l’uomo a lanciare la piccola dalla finestra.

Oltre ad una serie di testimonianze raccolte sul posto. La bambina fu soccorsa dalla madre. Trasferita al Ruggi e poi al Santobono di Napoli, fu operata per una frattura ad un braccio. Le sue condizioni migliorarono nei giorni successivi, fino alle dimissioni. Il tribunale dei minori affidò poi la minore alla madre e ai nonni paterni. Le motivazioni del tribunale saranno depositate entro i tempi previsti dalla legge.

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