Da un lato un video che diventa virale sui social e sui gruppi whatsapp in poche ore, dall'altro la (quasi) discarica a cielo aperto di un cantiere fermo ed infinito. In mezzo la necessità di cittadini, turisti e commercianti di avere più posti per la sosta auto a disposizione nel deserto dei parcheggi in centro città. Zona porto, tra il Crescent e la zona di Santa Teresa: le immagini sono di un cittadino e ritraggono la difficoltà nel percorrere a piedi la strada tra gli stalli auto del parcheggio a pagamento tra buche e asfalto (lì dove è presente) dissestato, mentre il resto è quasi terra battuta. «Parcheggio a pagamento 2 euro all'ora - si legge nella didascalia a corredo del video - pericoloso per le auto e anche per le persone». Da qui la pioggia di critiche per le condizioni dell'area adibita a parcheggio che vanno a sommarsi a quelle per i posti auto in piazza Cavour che non vedono la luce, riducendo così la possibilità di parcheggiare al centro di Salerno, solo all'area di piazza della Concordia e a quella dei sotterranei di piazza della Libertà.
Problema acuito dalla presenza dei turisti in città per la kermesse di Luci d'artista: il tappo del weekend, nei pressi del palazzo della Provincia, ha fatto adirare non poco i salernitani che - ad oggi - rimangono sul piede di guerra.
Prima lo stop & go dei lavori, poi la pandemia, poi il tira e molla tra il Comune e la Rfi per i binari che insistono sul terreno (questione ancora irrisolta) e ancora il blocco perenne. Un problema di non poco conto è lo spostamento (lato Palazzo Sant'Agostino) della cabina di gas metano che insiste sull'area dove si dovrà lavorare per dare vita agli oltre 200 posti auto pubblicizzati sui pannelli che costeggiano la recinzione. Anche questo aspetto ad oggi rimasto un punto interrogativo. Una battaglia quella per l'area che va avanti da anni: i primi furono i Figli delle Chiancarelle nel 2012, i quali sollevarono molti dubbi sulla realizzazione dei posti per la sosta a rotazione e i 90 box pertinenziali in concessione con le rampe di entrata ed uscita progettate in parallelo al lungomare. Una storia infinita e tanti protagonisti: la Rfi - tra questi - proprietaria dei binari che insistono sull'area che per «l'esproprio» vorrebbe l'esclusiva gestione delle stazioni metro in città.