Salerno, droga e cellulari in carcere: condanna bis per i gruppi di Cuomo e Albergatore

Trenta imputati nella maxi-inchiesta Prison Break

Il carcere di Fuorni
Il carcere di Fuorni
di Viviana De Vita
Venerdì 14 Luglio 2023, 23:30
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Droga e telefonini a Fuorni. Condanna bis per i 30 imputati finiti nella maxi inchiesta Prison Break che, nel febbraio 2021, culminò con l’esecuzione di 47 misure cautelari. La sentenza è arrivata ieri sera quando i giudici della Corte d’Appello, davanti al ricco collegio difensivo rappresentato, tra gli altri, dagli avvocati Stefania Pierro, Giovanni Annunziata, Giuseppe Della Monica, Michele Sarno, Lucia Miranda, Antonio Boffa e Giovanni Fava, hanno sciolto la riserva confermando per molti imputati le pene già comminate in primo grado.

Diciassette anni e 4 mesi di reclusione per Michele Cuomo; 16 anni e 6 mesi per Domenico Rese; 7 anni e 2 mesi per Luigi Vicidomini; 7 anni e 2 mesi per Camillo Fedele; 6 anni e 10 mesi per Mirko Limodio; 7 anni e 10 mesi per Giuseppe Petti; 4 anni e 4 mesi per Demetrio Sartori; 4 anni e 8 mesi per Emiliano Nocera; 7 anni e 4 mesi per Michele Nocera; 5 anni e 2 mesi per Olimpia Falanga; 7 anni e 2 mesi per Vito D’Acunzo; 4 anni e 6 mesi per Annamaria Teodosio; un anno e 6 mesi per Andrea Tortora; un anno e 4 mesi per Gaetano Cavallaro; 4 anni e 4 mesi per Anna Maria Barbetta e 6 anni e 10 mesi per Pietro Villani.

Sconti di pena, invece, per Matteo Grande (2 anni e 10 mesi); Mario Comitini (2 anni e 10 mesi); Andrea D’Elia (3 anni); Angela Amoretti (5 anni); Luigi Albergatore (15 anni e 2 mesi); Pietro D’Auria (3 anni e 2 mesi); Vincenzo D’Addio (3 anni e 6 mesi) e Luigi Pastore (4 anni e 2 mesi).

 
Pesanti le accuse formulate dalla Procura che, al termine di capillari indagini scattate in seguito ad alcuni pestaggi registratisi dietro le sbarre del carcere di Fuorni, ha individuato due gruppi criminali in grado di gestire lo spaccio di stupefacenti nel penitenziario salernitano e nel territorio di Nocera Inferiore: il primo gestito da Michele Cuomo, di Nocera Inferiore, l’altro guidato da Luigi Albergatore indicato dagli inquirenti come uno dei capi del clan Gionta di Torre Annunziata.

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Il blitz è scattato nel febbraio 2021 quando gli uomini della squadra mobile di Salerno, hanno individuato capi e gregari dell’associazione. Secondo la tesi dell’Antimafia era il gruppo dei nocerini (guidato da Cuomo) ad aver monopolizzato una piazza dedita alla rivendita di crack, hashish e marijuana dentro le mura del carcere di Fuorni, con la complicità di alcuni agenti della polizia penitenziaria, in particolare di Piero D’Auria, di Pontecagnano corrotto, secondo la tesi della Procura, dal gruppo di Cuomo.

La piazza nocerina, invece, aveva la propria base nel rione Vescovado dove i gregari del gruppo erano addetti al trasporto e alla custodia dello stupefacente arrivando ad introdurre i telefoni cellulari fin dentro le celle. La banda capeggiata da Cuomo era gestita da Tortora, Rese e Fedele, dediti ad attività criminali di diversa natura: dalle intimidazioni alle estorsioni fino allo spaccio. Le indagini sono partite da una serie di pestaggi registratisi all’interno dell’istituto penitenziario ai danni di alcuni detenuti; si è scoperto poi, che gli stessi erano stati puniti perché non volevano occultare e quindi custodire la droga e i cellulari per conto del clan di pusher.

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