Nocera Inferiore, cade l’aggravante mafiosa per il clan Cuomo

La Corte d’appello di Firenze riduce le condanne per 6 imputati coinvolti nell’inchiesta dell’Antimafia. Sotto la lente la faida con «quelli di Piedimonte» che li «costrinse» a trasferirsi per riorganizzarsi

Il raid incendiario al locale dei Cuomo
Il raid incendiario al locale dei Cuomo
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 12 Luglio 2023, 07:00
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Cade l'aggravante dell'agevolazione mafiosa, la Corte d'Appello di Firenze ha ridotto le condanne per 6 degli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, in primo grado, coinvolti nella maxi inchiesta della procura Antimafia sul gruppo dei fratelli Cuomo. Al centro delle investigazioni c'era la "faida" tra il gruppo dei due fratelli di Nocera Inferiore e quelli del rione di Piedimonte, che avrebbe costretto i primi a trasferirsi nel capoluogo toscano per riorganizzarsi. Il collegio difensivo comprendeva gli avvocati Gregorio Sorrento, Anna Vitolo, Raffaele Astarita e Giuseppe Ferlisi. Serviranno novanta giorni per il deposito delle motivazioni dei giudici, che hanno escluso la natura mafiosa del gruppo Cuomo, in particolare per la disponibilità di armi, così come per due giovani di Nocera, ritenuti gli esecutori materiali dell’esplosione di una bomba contro il ristorante di Luigi Cuomo, con l’aggravante di aver agevolato il «clan di Piedimonte». 

L’indagine partì il 23 febbraio del 2021, con un lavoro congiunto di Squadra Mobile e Guardia di Finanza di Firenze, subito dopo l’esplosione dell'ordigno. In primo grado altri tre imputati avevano patteggiato la pena, con ulteriori tre sentenze di non luogo a procedere. Gli inquirenti avevano ricostruito il movimento dei fratelli nocerini, che avrebbero avuto come obiettivo quello di riorganizzarsi - specie in termini economici così come di disponibilità di armi - per fronteggiare il gruppo rivale, che aveva cominciato ad espandersi nella città dell'Agro nocerino, vista la loro assenza. Le accuse a vario titolo, per gli imputati, riguardavano furto di bici, truffe sull'assunzione di extracomunitari e sulle agevolazioni economiche disposte dal decreto Covid, fino all'usura e al possesso di armi, oltre che di danneggiamento.

Alla fine di luglio è prevista la fine del processo di primo grado per chi aveva scelto il rito ordinario. Il ragionamento del gup per la sentenza di primo grado, invece, si fondava sull'evoluzione «delle dinamiche operative» e al «contesto di guerra di camorra nel quale doveva essere inquadrato l'attentato fiorentino», che consentiva di ritenere sussistente la natura mafiosa degli imputati. A supporto, il giudice aveva richiamato «i piani del gruppo» per rispondere ai nemici di Piedimonte. La sentenza d'appello ha ora ribaltato il verdetto, in attesa di capire il ragionamento dei giudici.

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