Salerno, chiuse le iscrizioni on line: forte emorragia di studenti

Drammatici i dati sulle iscrizioni: a richio ora anche i posti di lavoro dei docenti e del personale Ata in provincia di Salerno

Una classe durante le lezioni
Una classe durante le lezioni
di Gianluca Sollazzo
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 06:05 - Ultimo agg. 07:19
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È l'inverno demografico più profondo. Chiuse il 10 febbraio le domande on line. E gli istituti fanno i primi conti sui nuovi iscritti. Il quadro è a tinte fosche stando alle prime rilevazioni. Perché il saldo tra entrate e uscite nei vari ordini di scuola è in segno negativo dalla scuola primaria alle scuole superiori. A settembre prossimo avremo oltre 3 mila alunni in meno nei vari ordini di scuola. Alle scuole superiori avremo appena 9.951 nuove matricole: troppo poche se si considera che ad uscire dal ciclo secondario di secondo grado saranno in quest’anno scolastico 10.252 studenti che sosteranno la maturità a giugno.

Alle superiori quindi il saldo negativo delle iscrizioni sarà di 301 studenti in meno. Il dato però è ancora in via di definizione ma a fronte del ricambio in negativo non c’è molto da stare tranquilli. Trecento iscritti in meno significherà sicuramente dover fare i conti con perdita di classi ed aumento di prof perdenti posti che dovranno cambiare scuola per insegnare. Alle scuole medie il salgo negativo tra entrate ed uscite è ancora più profondamente negativo.

Mentre avremo 8.795 alunni che inizieranno il percorso triennale delle scuole medie dopo aver concluso la quinta elementare, altri 9.951 studenti in terza media andranno a fare il salto alle superiori, lasciando un saldo in rosso di 1.156 unità. Tra scuola superiore e scuola media avremo quindi una emorragia di 1.457 studenti che si tradurranno in un decremento forzato degli organici e delle classi. Alle scuole elementari avremo in ingresso dalle scuole statali 4.896 alunni che inizieranno la classe prima: a questo numero si dovrà aggiungere il dato non ancora disponibile degli alunni che stanno frequentando le scuole dell’infanzia paritarie. Previsionalmente il deficit anagrafico in cui piomberà dal prossimo settembre la scuola salernitana si attesterà sulle 3 mila unità di studenti in meno.

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Avremo quindi un incremento dei banchi vuoti con la conseguenza che classi e plessi si impoveriranno ancor di più. Il nuovo anno scolastico si aprirà con una tempesta demografica che metterà a dura prova la tenuta degli organici dei docenti e del personale Ata che subirà tagli fisiologici e prevedibili. Il crollo demografico della scuola si inserisce nel quadro del tracollo delle nascite che dopo il periodo pandemico ha subito un forte aggravamento. Persi 2.817 alunni nel 2023, si guarda già al prossimo anno scolastico che subirà un calo di ulteriori 3 mila alunni. Classi mai così vuote. A Salerno e provincia abbiamo perso negli ultimi 16 anni più di 26 mila alunni, per la precisione 26.917 ragazzi dalle scuole dell'infanzia alle secondarie di secondo grado. Mai emorragia è stata così grave. E gli impatti sugli organici potranno essere pesanti nei prossimi anni. Nel 2020 erano stati 2.200 gli alunni in meno. Nel 2019 ben 1.927. Perdiamo ragazzi senza freno. E perdiamo di conseguenza classi che non si formano più. Si è passati dai 181.487 studenti censiti a settembre 2007 agli attuali 154.570 alunni. Il risultato è una flessione di 26.917 studenti di ogni ordine e classe. Da qui le ansie del mondo dei docenti e del personale scolastico che vedono all'orizzonte il pericolo della perdita delle sedi di lavoro. Tutto questo perché le classi non si formano più.

«Numeri impietosi dovuti ad una forte denatalità che è iniziata già da qualche anno, ma che ora sta raggiungendo picchi preoccupanti - l'allarme di Vincenzo Pastore, segretario provinciale Cisl scuola Salerno - Tutto ciò porterà precarietà di sedi tra il personale che dovrà spostarsi e diminuirà considerevolmente il numero di posti per la mobilità da altre province e per gli incarichi annuali per i supplenti. Bisogna creare i presupposti per un organico stabile abbassando da una parte il rapporto numerico alunni/docenti ed aumentando dall’altra il tempo scuola, ma per far ciò ci vogliono seri investimenti sull’istruzione. Le istituzioni devono capire che non si può sempre effettuare tagli in nome del risparmio della spesa pubblica, ma l’istruzione ha bisogno di investimenti».