Claudio Mandia, funerali a Battipaglia:
«Ma sul college bisogna fare chiarezza»

Claudio Mandia, funerali a Battipaglia: «Ma sul college bisogna fare chiarezza»
di Petronilla Carillo
Sabato 26 Febbraio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 09:00
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Inviata a Battipaglia 

Ad accogliere la bara bianca di Claudio Mandia all'ingresso della chiesa della Madonna della Speranza di Battipaglia, la sua città natale, un enorme manifesto che celebra la giornata della vita. È soltanto una delle forti immagini di contrasto di un silenzioso pomeriggio di attesa. L'altra è quella del nonno anziano, sorretto da un parente, che lentamente sale i pochi gradini dell'altare ed abbraccia la bara del giovane nipote morto, suicida, ad appena diciotto anni. La stringe, come se abbracciasse davvero il suo Claudio. Piange ma cerca di sorreggere, oltre al peso dei suoi anni, anche questo immenso dolore. Perché se è vero che per un genitore è contro natura sopravvivere alla morte del proprio figlio, ancora di più lo è per un nonno anziano. La nonna, si è accasciata sulla cassa ricoperta da fiori bianchi, quasi a non volersi più staccare da lui. La vita che non c'è più e il dolore. Il silenzio prima squarciato dai singhiozzi della mamma Elisabetta e poi dal lungo applauso che ha accompagnato il feretro lungo tutto il sagrato, fino all'altare centrale. Di sottofondo le note dell'organo. È qui, ai piedi dell'altare, che Claudio è apparso in due gigantografie, sorridente «come lo è sempre stato», sussurra qualcuno tra i banchi della chiesa. Una delle due foto, diverse tra di loro, da lontano sembra essere tra le braccia del Cristo Misericordioso, con il cuore trafitto. Come quello dei due genitori di Claudio, della sue sorelline più piccole, e di tante ma tante persone che hanno deciso di accoglierlo nel suo rientro a casa. Anche il parroco, don Vincenzo Sirignano, ha avuto i suoi momenti di grande emozione. Ha benedetto la salma, ha invitato i presenti alla preghiera, ha rassicurato la sua famiglia: «Claudio è già con Gesù». Poi ha preso la fotografia poggiata sul feretro e l'ha guardata a lungo: ha chiuso gli occhi, l'ha baciata con grande affetto. Lui non conosceva Claudio ma «me lo hanno descritto come una personalità gioiosa: era convinto della strada che aveva intrapreso andando a studiare a New York». Quindi si è avvicinato a mamma Elisabetta e a papà Mauro e li ha abbracciati tenendoli stretti a sé. Con le sue sorelline, invece, ha preferito parlare. A lungo. Poi si è rivolto a quanti erano seduti tra i banchi della chiesa e ha detto: «Stanotte Claudio dormirà qui, su di lui veglia la Madonna della Speranza». Stamattina, alle 9.30, sarà lui a celebrare il rito funebre. 

Un piccolo cuore di fiori bianchi, portato da un ragazzo e poggiato sul feretro, è stato il primo passo dei suoi amici di sempre sull'altare.

Si sono avvicinati tutti insieme, si sono abbracciati tra loro ed hanno fatto cerchio intorno alla bara di Claudio. Sono rimasti lì per minuti, anche quando altre persone si sono avvicinate per dare l'ultimo saluto al ragazzo. Hanno fatto qualche passo indietro ma sempre uniti, come in un caldo abbraccio al loro amico. L'ultimo. «Non riusciamo ancora a capire cosa sia successo e perché lo abbia fatto». Sono tutti della stessa idea i suoi amici di sempre. Claudio era una ragazzo che amava molto la vita, a volte forse la sfidava, come tutti quelli della sua età ma non vi avrebbe mai rinunciato. Per questo tutti, oltre ai suoi genitori, vogliono la verità su ciò che davvero è accaduto in quelle ore in cui Claudio è stato da solo. Non lanciano accuse ma chiedono di sapere. Non vogliono parlare. Anche chi esce dalla chiesa con gli occhi lucidi, taglia corto: «Tutti conoscevamo e amavamo Claudio ma i suoi veri amici sono quelli con lui sull'altare». 

Le persone hanno iniziato ad arrivare dinanzi la Chiesa della Madonna della Speranza intorno alle 18. Molti si sono soffermati a leggere i manifesti funebri e di cordoglio che sono stati attaccati lungo ben due pareti del cortile antistante la struttura. In silenzio. Scambi di sguardi ma non di parole. Nessuno, neanche per un momento, si è lasciato andare a qualche commento. Prima hanno atteso poi, quando sono arrivati i genitori, è iniziato lo straziante rito dei saluti. Abbracci, intensi. Solo qualche parola sussurrata alle orecchie della mamma e del papà. Poi nulla, lacrime e ancora lacrime silenziose. Alle 19 è giunta da Roma la salma del diciottenne. La mamma e il papà sono scesi dal sagrato per accoglierlo insieme alle altre due figlie abbracciate ad una signora bionda. Per un momento è come se mamma Elisabetta avesse avuto paura che, sistemando la bara sulle proprie spalle, qualcuno potesse fargli del male, ha fatto come un piccolo passo in avanti, per intervenire, ma il suo è stato soltanto un normale istinto d'amore. Anche lei ha applaudito a Claudio. Il suo viso era stanco ma rassegnato al dolore. Distrutto anche il papà, pronto ad aggrapparsi amorevolmente, alle persone a lui più care che lo avvicinavano. 

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