Si frattura il femore, è positivo:
odissea per cure e ricovero

Si frattura il femore, è positivo: odissea per cure e ricovero
di Sabino Russo
Lunedì 16 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 07:24
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Inciampa e la scala gli rovina addosso nel punto dove si era operato due volte al femore, ma è positivo e il 118 gli consiglia di evitare il trasferimento in ospedale per il rischio di restare una notte in attesa in ambulanza. È quanto accaduto a un 80enne salernitano, incappato tra le maglie del buco dell’assistenza domiciliare e del sovraffollamento del pronto soccorso, dove qualche giorno fa le parti sociali hanno denunciato la mancanza di posti letto di isolamento covid e il conseguente ricorso al «raddoppio» della capacità ricettiva. 

Tutto parte dalla conferma della presenza del contagio nell’anziano, la moglie e la nipotina.

Fin qui nulla di diverso a quanto già accaduto a tante altre famiglie, se non fosse che, come molti nonnini che non riescono a godersi il riposo, maneggiando una scala, è inciampato, con la stessa che gli è rovinata addosso nel punto dove si è operato due volte al femore. A questo punto, la figlia prova a fare un giro di telefonate tra i centri privati in cerca della disponibilità di radiologi a domicilio. Ma tutti rispondono picche, a causa della positività. Non resta che rivolgersi, di conseguenza, all’ospedale. Giunti a casa gli operatori del 118, però, invitano l’anziano a desistere dal recarsi al pronto soccorso, per il rischio di restare in attesa nell’ambulanza anche l’intera notte. Nel mentre, però, la figlia aveva già raggiunto il nosocomio di via San Leonardo, notando come all’esterno del pronto soccorso non ci fosse nessuna fila di mezzi di soccorso. A quel punto, la donna richiama gli operatori del 118, che le spiegano che l’invito a desistere dal trasferimento era legato alla scarsa presenza di posti di osservazione covid al pronto soccorso, che allungano tutta la procedura di controllo e di accertamento. Appena pochi giorni fa, in merito, le parti sociali denunciavano che nonostante i piani di riduzione dell’affollamento, i diversi annunci di riorganizzazione programmatica, i sanitari del pronto soccorso sono ancora alle prese con gli atavici problemi che ingolfano il reparto, a partire dallo stazionamento dei pazienti per un arco di tempo che sovente supera addirittura le 72 ore, a fronte delle indicazioni del ministero della Salute, che prevedono quale tempo di permanenza in pronto soccorso per un paziente destinato al ricovero un limite massimo di 8 ore dal momento della presa in carico. A fronte dei circa 29 box presenti in reparto (ad eccezione delle aree di isolamento), si registra, frequentemente, una presenza di pazienti in carico ai medici e agli infermieri triagisti nel numero di circa 40 e con punte oltre i 50, rendendo le medicherie un caravanserraglio, con i pazienti visitati e assistiti sulle sedie. A questo, si aggiunge la mancanza di posti letto in area di isolamento per sars-covid e il conseguente ricorso al «raddoppio» della capacità ricettiva in queste aree, oltre all’impossibilità di eseguire tamponi molecolari a ciclo lungo (tappo rosso) nella fascia oraria serale e notturna, così da permettere un inquadramento diagnostico utile ad ottimizzare i tempi di eventuale ricovero degli assistiti. 

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Continuano a calare i casi nel salernitano, con la curva epidemiologica che presenta nell’ultima settimana un calo di 451 contagi rispetto alla precedente. Sono 6mila 978, infatti, i nuovi positivi rilevati in provincia, a fronte dei 7mila 429 casi rilevati quindici giorni fa e quasi 2mila rispetto all’ultima settimana di aprile, a quota 9mila 406. L’1 maggio già si era registrata una riduzione di circa un migliaio di positivi rispetto ai sette giorni precedenti, che si erano chiusi a quota 10mila 881, ma a pesare sul saldo finale aveva inciso anche il numero di tamponi processati in meno per il ponte del 25 aprile, che si erano aggiunti a crollo tradizionale dei test lavorati nel corso dei weekend. Sono 836, intanto, i tamponi positivi comunicati ieri dall’Unità di crisi. 

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