Salerno, il caso: un migrante su 4 sbarcato lunedì è stato espulso

Un migrante su 4 sbarcato a Salerno espulso per un difetto di comunicazione: hanno detto no alla protezione internazionale

Un gruppo di migranti sbarcati lunedì ed espulsi
Un gruppo di migranti sbarcati lunedì ed espulsi
di Brigida Vicinanza
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 06:30
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Un difetto di comunicazione. Ci sarebbe questo alla base dell’espulsione dei 63 dei 257 migranti arrivati lunedì mattina a bordo della Geo Barents al porto di Salerno e salvati dai Medici senza Frontiere. Dopo le operazioni di rito in via De’ Carrari – infatti – sono stati messi alla porta nella stessa serata perché avrebbero dichiarato di rinunciare alla protezione internazionale. Secondo l’avvocato Franco Esposito che per conto dell’equipe regionale della Caritas seguirà i ricorsi di alcuni dei rifugiati in cerca di accoglienza, i migranti (tutti uomini) non sarebbero già destinatari di decreti di espulsione ma il misunderstanding sarebbe avvenuto proprio durante le identificazioni che hanno fatto poi scattare la vera e propria emergenza. Riavvolgendo il nastro di una giornata impegnativa però il cortocircuito è servito. Dopo aver portato a termine le operazioni di sbarco, coordinate da una macchina dell’accoglienza oramai rodata e messa in piedi dalla prefettura guidata da Francesco Esposito con le forze dell’ordine e il questore Giancarlo Conticchio con gli agenti della squadra mobile guidati da Gianni Di Palma, gli uomini della Croce Rossa e dell’Humanitas e dal Comune di Salerno, è stata avviata anche la prassi consolidata delle verifiche e dei controlli. Poi l’intoppo che hanno portato gli oltre 60 uomini, tra cui anche giovanissimi, a ritrovarsi davanti ai cancelli di via dei Carrari senza una spiegazione e senza un posto dove andare. 
LA GIORNATA
Dopo essersi incamminati da soli, hanno trascorso la notte davanti alla stazione di Salerno (dove vi erano anche i bagni chiusi), fin quando non sono stati intercettati e accolti dalla Caritas che ha provveduto a fornire un pasto per la serata e poi ad accoglierli nella mattinata di ieri presso la casa del volontariato Sodalis per garantirgli una prima assistenza. L’impegno di Antonio Bonifacio (ufficio Migrantes) e di Anselmo Botte del forum Antirazzista è stato utile a ricostruire poi quanto accaduto. Il primo contatto è stato con i mediatori culturali e poi con il legale Esposito per provare ad approntare gli eventuali ricorsi. Intanto però, i migranti allontanati dal centro di accoglienza hanno sette giorni per lasciare l’Italia, ma nel frattempo molti non hanno un posto dove poter almeno andare a dormire. Sono tutti egiziani, siriani e originari del Bangladesh, alcuni faranno dunque ricorso per chiedere l’ammissione alla protezione internazionale, altri (soprattutto siriani) proveranno probabilmente a valicare i confini. Una risposta potrebbe però arrivare anche tra 6 mesi e - di fatto – come ha spiegato l’avvocato Esposito potrebbero scegliere di restare anche in città. Ma in tutto questo periodo non potranno lavorare, richiedere accoglienza, essere ospitati nei centri accreditati e dunque sono destinati a rimanere in via emergenziale per strada con il pericolo dell’allontanamento dal territorio. Come “un cane che si morde la coda” dunque ma con una emergenza da gestire e una disperazione da controllare. 
LE VOCI
«Abbiamo provato a tranquillizzarli - ha sottolineato Bonifacio - spiegandogli che c’era la possibilità di seguire dei percorsi». Non sono stati lasciati soli, dunque, anche se il destino per loro sembrerebbe essere già segnato. «Abbiamo fornito strumenti per mettersi in contatto con parenti e amici – ha concluso – alcuni hanno scelto di partire. Ora cercheremo di capire i loro sogni e le loro intenzioni per il futuro provando ad indirizzarli». Dei 63, alla fine, circa 40 sono stati presi “in carico” proprio dai volontari.

«Questa volta Salerno sconta qualche problema – ha evidenziato Anselmo Botte – non era mai successo che un numero così grande di migranti restasse per strada. Una cosa vergognosa che non si può tollerare. Tra questi ci sono tanti siriani richiedenti asilo. A loro si può anche evitare di chiedere di scegliere la protezione internazionale, bisogna dargliela a prescindere e probabilmente c’è stato qualche equivoco nelle comunicazioni perché se i ragazzi sono tutti qui vuol dire che qualcosa non è andato per il verso giusto».

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