La morte del piccolo Francesco Pio sbranato dai pitbull a Campolongo ha riacceso il dibattito sulla frazione ebolitana e sulla sua vivibilità: ghetto di immigrati che vivono in abitazioni fatiscenti o area dal potenziale ancora inespresso? Daniela Palma quella realtà la conosce bene: ha insegnato nel plesso dell’Aversana dell’Istituto comprensivo Sandro Penna e per dodici anni è stata la dirigente scolastica dell’Istituto Ferrari di Battipaglia che tra i suoi studenti annovera anche ragazzi provenienti da Campolongo. Ora è docente universitaria alla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno.
Daniela Palma, come la descriverebbe quella realtà?
«È piuttosto diversificata da un punto di vista socio-economico: ci sono i proprietari terrieri che hanno fatto fortuna con la quarta gamma accanto ad altre famiglie di imprenditori agricoli come quelle che vivono vicino alla chiesa sull’Aversana, che hanno investito nella coltivazione delle rose e stanno andando bene creando una realtà altrettanto importante.
Qual è stata la sua esperienza di docente prima e poi di dirigente?
«Il Ferrari raccoglie anche l’utenza di quella zona. I ragazzi risentono della limitatezza dei trasporti, devono uscire in orari prestabiliti altrimenti non riescono a tornare a casa. I loro genitori lavorano nei campi e da questo punto di vista sono persone abbastanza fortunate visto che i genitori hanno comunque una sistemazione lavorativa. Per quanto riguarda gli alunni più piccoli molti residenti, ma naturalmente non tutti, preferiscono portare i propri figli nelle scuole del centro ma non per un problema di convivenza ma per le condizioni strutturali dei plessi perché spesso le scuole non sono tenute al meglio. Quando c’ero io alcune classi non erano agibili, inoltre non c’è una palestra. Il piano di razionalizzazione sta creando mega scuole nel centro delle città a scapito di quelle di periferia; è normale che poi ci sia la scelta da parte dei genitori di portare i bambini in scuole più attrezzate. Non bisogna dimenticare però che un territorio cresce intorno alla scuola e alla chiesa».
Quale futuro sarebbe più utile delineare per lo sviluppo di quell’area?
«Andrebbe sviluppata da un punto di vista turistico. Tra pochi mesi sarà attivo l’aeroporto di Pontecagnano grazie al quale ii turisti potranno arrivare quasi direttamente sulla spiaggia. Ma quale località turistica ha un potenziale del genere? Sarebbe poi da implementare la balneazione con una buona depurazione delle acque superando quel divieto di balneazione attuale sul litorale di Battipaglia ed Eboli emblematico di una politica miope che non riesce a capire che il mare è il nostro oro, la base da cui partire. Sviluppare le potenzialità da un punto di vista turistico significherebbe dare un lavoro agli abitanti di quell'area e non solo. È una realtà dove c’è anche tanta ricchezza, gli imprenditori sono tanti, se si sensibilizzassero per delle attività in favore della comunità si muoverebbero tutti. A chi non conviene vivere in un luogo dove si sta bene? Proprio partendo dalle potenzialità del territorio il Ferrari è partner di un progetto che guarda al futuro dei giovani».
Di che si tratta?
«Ho voluto in maniera incisiva e alla fine ci sono riuscita con Confindustria, il primo corso Its, Istituto tecnico superiore, in regione Campania nel settore dell'agri-tech per neodiplomati, gestito dalla Fondazione Te.La con diverse importanti aziende dell'agroalimentare. I giovani acquisiscono una formazione in linea con la vocazione agroalimentare e turistica del nostro territorio. La fanno sul campo, direttemente nelle aziende. Il corso è partito a novembre con 25 iscritti».