In classe col pasto da casa «Nessun effetto domino»

Il divario tra il Salernitano e le province del centro nord Italia si allarga

Una mensa scolastica
Una mensa scolastica
di Gianluca Sollazzo
Sabato 11 Febbraio 2023, 09:07
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La mensa non è per tutti. Il divario tra il Salernitano e le province del centro nord Italia si allarga. Mentre nelle scuole del capoluogo prende forza e vigore lo sciopero anti-mensa a favore del pasto fatto a casa, all'indomani della sospensiva del Tar Salerno che ha accolto il ricorso di 60 famiglie della scuola Medaglie d'Oro contro il divieto imposto al pasto casalingo, emergono numeri negativi sulla tenuta del tempo scuola pomeridiano soprattutto alle elementari. Evidente e lampante il divario con le scuole del nord Italia. Alla scuola primaria il tempo pieno partirà anche il prossimo anno scolastico col freno tirato in molti comuni della provincia. Dopo la pandemia molte famiglie hanno evidentemente espresso la volontà di indirizzare i propri figli verso il tempo normale, cioè esclusivamente antimeridiano. A dirlo le previsioni sull'organico della popolazione scolastica.

Il tempo pieno del pomeriggio interesserà alle elementari della provincia solo 9.427 alunni su 44.460 iscritti. Nel capoluogo solo 1.368 alunni a fronte di 5.049 iscritti nei vari comprensivi e circoli didattici. Numeri in forte contrasto con quanto accade agli stessi alunni, della stessa età, nelle scuole della Lombardia o del Veneto, che sono passati in quest'anno scolastico da una copertura del 50,6% a quella del 55%. Percentuali in controtendenza arrivano dalle scuole primarie di casa nostra, dove secondo l'organico della popolazione scolastica solo il 23% degli aventi diritto aderirà al tempo pieno nelle scuole elementari nel capoluogo. Quindi: nella nostra provincia solo ad 1 alunno su 4 delle elementari è offerto il servizio mensa con tempo pieno. Le difficoltà di attivare mense in tutte le scuole per carenza di spazio e locali adatti, le ristrettezze di organico del personale ausiliario, sono tra i motivi che frenano il tempo pieno. A Milano il 90% circa dei bambini della primaria può frequentare la scuola anche nel pomeriggio. Alle elementari di Salerno solo 1.368 alunni restano a scuola di pomeriggio e usufruiscono della mensa in 70 classi autorizzate dall'Ufficio scolastico provinciale. Numeri quindi a tinte fosche che certificano, ancora una volta, il progressivo divario tra la provincia di Salerno e quelle del centro nord Italia.

Nei giorni scorsi il governatore Vincenzo De Luca aveva riconosciuto le difficoltà evidenti per il decollo del tempo pieno in Campania, e quindi nel salernitano. «Ci vorrebbero 4mila insegnanti in più se volessimo avere il tempo pieno che c'è nelle scuole della Lombardia», l'amara ammissione del governatore.

Intanto nel capoluogo è in pieno fermento il fronte dei 900 genitori contrari al pasto mensa comunale nelle scuole a tempo pieno. L'ordinanza cautelare del Tar Salerno, che ha sospeso il rigetto del preside della scuola Medaglie d'oro, Emilio Costabile, al pasto domestico portato da casa dai bambini, dà forza ai genitori in lotta contro i rincari sui pasti decisi dal Comune. «Sono amareggiata e addolorata»: il primo commento dell'assessore all'istruzione, Gaetana Falcone, che negli ultimi mesi si era impegnata a cercare un dialogo con le famiglie in agitazione, aprendo tavoli di concertazione anche con i presidi del capoluogo.

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«Il pasto domestico non è adatto al tempo pieno continua - Ci sono risvolti enormi. C'è sicuramente l'impoverimento del progetto di comunità sociale delle scuole. Sono addolorata. Aspettiamo il giudizio nel merito». Per la Falcone non ci sarà l'effetto domino dopo la sospensiva del Tar. «L'ordinanza del Tar riguarda solo una scuola, cioè la Medaglie d'Oro, quindi nelle altre scuole si continua a consumare il pasto a mensa. Per quanto riguarda la posizione di alcune famiglie della Medaglie d'Oro che hanno fatto ricorso dice la Falcone - Apprendiamo che c'è una volontà di non mantenere il patto educativo. Ci sarà una diversificazione dei pasti in esecuzione a questa ordinanza. Quali sono gli scenari? Ai docenti sarebbe dato il ruolo di controllori per evitare la promiscuità del pasto. Noi prendiamo atto di questa decisione, ma attendiamo il merito del giudizio». Sulla sospensiva del Tar interviene anche Barbara Figliolia, presidente commissione politiche sociali. Per la consigliera e preside del Severi «la decisione dei giudici, in punto di diritto, può anche essere sacrosanta, ma ci sono altri ed importanti aspetti che si dovrebbero tener presenti. Ritengo opportuno discutere con i colleghi del problema al più presto possibile affinchè si possa chiarire la posizione dell' Amministrazione Comunale e le sue eventuali decisioni in merito».
 

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