Jolanda uccisa a otto mesi,
genitori condannati in Appello

Jolanda uccisa a otto mesi, genitori condannati in Appello
di Nicola Sorrentino
Giovedì 21 Aprile 2022, 23:01 - Ultimo agg. 22 Aprile, 10:32
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Omicidio della piccola Jolanda, la Corte d’Assise d’Appello di Salerno conferma la sentenza di primo grado, condannando all’ergastolo Giuseppe Passariello e a 24 anni Immacolata Monti, padre e madre della neonata di 8 mesi uccisa il 22 giugno 2019, a Sant’Egidio del Monte Albino. Le motivazioni saranno depositate in quaranta giorni. Così come fu in primo, anche in secondo grado i giudici hanno ritenuto colpevoli entrambi i genitori, per reati quali omicidio volontario e maltrattamenti in concorso. 

A fornire un ulteriore elemento all’accusa - l’inchiesta fu coordinata dal sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Roberto Lenza - erano state le ultime due perizie discusse in dibattimento, in particolare quella che aveva valutato i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo della piccola, dopo il decesso.

Secondo quella consulenza, illustrata dai periti Alessandro Santurro e Vittorio Fineschi e così come sostenuto dal pm, la piccola fu soffocata morendo per un’asfissia meccanica violenta. Il gesto fu molto probabilmente commesso a mani nude, da parte di uno dei due genitori e non attraverso l’uso di un oggetto, un cuscino, come ipotizzato in fase d’indagine. Non fu ritenuta plausibile la tesi della difesa, che riteneva che la piccola fosse morta per problemi polmonari».

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Jolanda morì nelle prime ore del 22 giugno 2019. All’arrivo del 118, chiamato da un’amica della madre che le riferì che la figlia aveva smesso di respirare, sul corpicino della piccola furono notate da più parti ferite e lividi. Sempre secondo i periti, quei segni non erano altro che il risultato di una serie di maltrattamenti commessi sulla piccola in circa quindici giorni. Pur con un movente rimasto nell’ombra e mai chiarito, in fase di interrogatorio la madre, Immacolata Monti, accusò il marito di aver ridotto la figlia in quel modo, attraverso approcci e metodi troppo rudi per gestire e accudire una bambina così piccola. Ad esempio, sfregandole il viso con la sua barba e usando del ghiaccio, poi, per curarla. La piccola aveva anche bruciature sui piedi, causate - secondo i genitori - in maniera accidentale da un fornelletto. Il padre, invece, Giuseppe Passariello, non avrebbe mai sopportato l’idea di avere come secondo figlio una femmina, al punto da disinteressarsene del tutto. La coppia ha un figlio più grande. Per l’accusa, Jolanda non fu mai curata adeguatamente, se non con metodi rudimentali che peggiorarono le sue condizioni. La madre, inoltre, non avrebbe avuto la forza di ribellarsi al marito, che le avrebbe impedito con violenza di recarsi da un medico per far visitare la figlia.

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Quando la polizia accompagnò i due genitori in commissariato, per accertamenti, la coppia cominciò a discutere dell’opportunità o meno di disfarsi di un cuscino, individuato quale arma del delitto. I due furono intercettati in ambientale, mentre ragionavano su possibili condanne, parlando di “omicidio” in modo ambiguo e di pene da scontare. «L’omicidio lo abbiamo fatto» disse Immacolata Monti, il 22 giugno, accompagnando quelle parole da uno scuotimento della testa, guardando negli occhi il marito. Per poi cercare un cenno di intesa, che l’uomo invece troncò sul nascere: «Non lo devi dire». Appena un minuto prima, la donna fece riferimento ad un guanciale: «Il cuscino lo dovevo buttare?». Poi aggiunse: «Tutto in faccia», accompagnando la frase con un gesto della mano destra che si avvicina alla bocca, «come a simulare il gesto di qualcosa che si appone sul viso».

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