Martina Castellana, la candidata transgender nelle quote rosa

Martina Castellana, la candidata transgender nelle quote rosa
di Giovanna Di Giorgio
Martedì 17 Maggio 2016, 06:05 - Ultimo agg. 13:55
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Quando, lo scorso 7 maggio, Dante Santoro ha presentato la lista «Vince Salerno», tra i trentadue candidati figurava, in quota azzurra, Michele Martina Castellana. Una manciata di giorni dopo e Michele non c’è più, né all’anagrafe né, soprattutto, nel genere. Ora c’è Martina e basta. Martina Castellana. Che vince la sua ennesima battaglia, stavolta con una sentenza del Tribunale civile di Salerno del 12 maggio, e ottiene il cambio di genere: da maschile a femminile. Aprendo però un altro caso in elezioni comunali caratterizzate dall’irruzione della doppia preferenza di genere.
Già, perché, se fino a ieri l’elettore che avesse voluto darle la preferenza avrebbe dovuto eventualmente abbinarla a una donna, essendo Martina ancora catalogata nel genere maschile, da oggi la dermatologa salernitana rientra a tutti gli effetti nel genere femminile. Perciò, l’elettore dovrà abbinarla, nel caso volesse esprimere una doppia preferenza, a un uomo. Insomma, una rivoluzione vera e propria consumatasi nell’arco di pochi giorni. Che però rischia di creare problemi a Martina, oggi quota rosa, il 5 e 6 giugno prossimi.
«Il tribunale di Salerno, sulla scorta di una sentenza della Corte di Cassazione di luglio 2015 – spiega Morena Rapolla, legale di Martina Castellana - ha mutato il genere anagrafico di Martina da M a F, da maschio a femmina, e ha mutato anche il nome, per cui adesso è solo Martina. La cosa importante – sottolinea - è che il suo genere anagrafico di appartenenza è quello femminile. Martina è donna a tutti gli effetti, come fosse stata sempre tale. Tutto questo senza operazione, senza intervento chirurgico di rettifica dei caratteri sessuali primari». Una vittoria, per la dirigente medico dell’Asl e oggi responsabile del primo consultorio Disagio identità di genere del Sud, che aveva già fatto da apripista come prima transgender italiana non operata a ottenere la rettifica dei dati anagrafici. «Non è la prima sentenza in Italia, ma non ce ne sono tante – precisa Rampolla - A Salerno è una delle prime, dopo quella ottenuta da Ottavia Voza».
Adesso, però, si apre il problema: candidatasi come Michele Martina, dunque come maschio, si ritrova femmina, solo Martina. Con tutti i problemi che questo potrebbe provocare. «Adesso faremo un’istanza all’ufficio elettorale, dove produrremo la sentenza perché Martina possa proporsi agli elettori nel suo genere attuale. Prima, però, aspettiamo il passaggio in giudicato della sentenza, che dovrebbe arrivare breve, solo così, con la sentenza timbrata, possiamo andare al Comune a cambiare la carta d’identità». 
La battaglia di Martina, l’ultima in ordine di tempo, non è stata lunghissima: «Abbiamo introdotto il giudizio a dicembre 2015 – spiega Rampolla - Il tribunale di Salerno, il giudice Giorgio Jachia, ha dimostrato grande civiltà giudiziaria e grande comprensione, perché altrove ci sono giudizi in corso con tempi molto lunghi, nonostante la pronuncia della Cassazione». E conclude: «Martina ora non è più ingabbiata burocraticamente in un genere che non la rispecchia. È un grosso approdo di civiltà giudiziaria. Anche in termini di tutela dei diritti umani è un grosso e significativo risultato».
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