Ruggi, neonatologia
verso il collasso
«Troppi ricoveri»

Ruggi, neonatologia verso il collasso «Troppi ricoveri»
di Sabino Russo
Sabato 13 Agosto 2016, 07:00 - Ultimo agg. 09:09
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Sos patologia neonatale. Le infermiere del reparto lanciano un appello al direttore generale Nicola Cantone e al neodirettore sanitario Nicola Silvestri per segnalare una forte situazione di disagio nella quale sarebbero costrette a operare dopo le chiusure dei punti nascita di Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino, che avrebbero provocato un aumento dei casi da assistere, al quale, però, non sarebbe seguita ancora una sostanziale riorganizzazione delle attività e del reparto.
Le operatrici, nello specifico, lamentano il susseguirsi di continui arrivi di pronto soccorso di neonati a qualsiasi ora del giorno, interventi in parto cesareo programmati anche in orario notturno, la presenza di due sole infermiere, spesso, nonostante in reparto si contino 20-24 neonati patologici. A questa condizione di per sé già difficile, poi, si andrebbero ad aggiungere anche le richieste provenienti dalla sala parto o dal pronto soccorso di un neonatologo, che richiedono l’accompagnamento anche di una infermiera che prenda in consegna il bambino, finendo così con lo sguarnire ulteriormente il reparto, con la presenza di una sola operatrice in corsia. Situazioni, queste, che in ogni caso, sono state tutte già all’attenzione dei vertici aziendali e anche oggetto di una lettera inviata dai sindacati alla direzione aziendale, che da tempo ha annunciato una riqualificazione dell’area materno-infantile, con la nascita del pronto soccorso pediatrico nei due locali prospicienti il reparto di rianimazione e la ristrutturazione di ginecologia. Questo consentirà di evitare alle partorienti le corse ad ostacoli per allattare i propri piccoli al nido, al sesto piano, tra cambi di ascensori obbligati, freddo e inevitabili disagi. 
Nell’ala attualmente chiusa del reparto i lavori per la realizzazione dell’ostetricia e del rooming in sono iniziati circa 5 anni fa e il reparto è rimasto chiuso. Il roaming in, ricordiamo, è un’area in cui le mamme potranno avere i figli accanto già subito dopo la nascita e si inserisce in quel tentativo, che si sta facendo da qualche anno, di restituire all’evento nascita la sua fisiologica naturalità. Gli interventi, però, sono ancora fermi al palo e si spera in una accelerata subito dopo il periodo ferragostano.
Ritornando alla questione chiusura dei punti nascita di Mercato San Saverino e Cava de’ Tirreni, resisi necessari, ricordiamo, con l’introduzione della normativa sulla soglia di parti minimi da rispettare per il mantenimento dei reparti e dalla direttiva europea sul giusto orario di lavoro, che obbligò l’allora direttore generale Vincenzo Viggiani a mettere in campo un piano di accorpamenti dei reparti, confermati anche dal piano ospedaliero regionale, resta da capire anche come l’azienda ospedaliera agirà in merito alla sentenza del Tar che ha obbligato la stessa alla riapertura delle ginecologia di Cava de’ Tirreni, soprattutto dopo la nomina di Nicola Cantone a direttore generale, e al nuovo ricorso presentato dal comune metelliano avverso al piano regionale ospedaliero. 
La speranza degli amministratori, così come quella delle parti sociali, e che si possa giungere a una deroga da parte del commissario governativo alla Sanità Joseph Polimeni, così come avvenuto con altri ospedali campani. Secondo i dati in mano ai sindacati le partorienti perse dalla chiusura dei 2 punti nascita non si sono spalmati sugli altri nosocomi, ma ad avvantaggiarsene sarebbe stata l’area irpina, soprattutto quella di Solofra
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