È morta venerdì mattina, a distanza di oltre di quattro mesi da quel 14 marzo, giorno in cui fu colpita alla testa con un martello dal fratello al culmine di una lite. Da allora M.C.P., 59enne casalinga di Scafati, era ricoverata all'ospedale di Nocera Inferiore dove ieri mattina il suo cuore ha smesso di battere. Sulle cause del decesso, però, i familiari vogliono vederci chiaro e per questo, nella stessa giornata di venerdì, la cognata della 59enne di Scafati ha presentato una denuncia ai carabinieri della tenenza di via Oberdan. La donna, moglie dell'uomo che aggredì la sorella colpendola ripetutamente con un martello durante una discussione, ipotizza, come specificato in denuncia, che la cognata non sia morta per le conseguenze del grave trauma cranico scaturito dall'aggressione del 14 marzo scorso, ma a causa di una setticemia dovuta forse a un'infezione che M.C.P. avrebbe contratto in ospedale. Un'ipotesi che ora è al vaglio degli investigatori, chiamati a far luce sulle reali cause del decesso. Un'ipotesi che, in ogni caso, non attenuerebbe le responsabilità dell'aggressore, A.P., 60 anni, fratello di M.C.P. e marito della denunciante, che è attualmente in carcere con l'accusa di tentato omicidio. Era il 14 marzo scorso quando l'uomo fu arrestato dai carabinieri per l'aggressione alla sorella, avvenuta in via Poggiomarino. Libero professionista, molto conosciuto a Scafati, A.P. si era inizialmente dato alla fuga e solo in un secondo momento aveva deciso di costituirsi per ammettere le sue responsabilità.
In quella circostanza l'aggressore aveva raccontato ai militari la sua versione dei fatti, confermando che aveva impugnato il martello per colpire alla testa la sorella, rea, a suo dire, di essere stata la prima ad aggredirlo per questioni legate alla gestione di un immobile di proprietà della famiglia.