Polichetti-Zullo, nessuna prova
sul patto mafioso a Cava de' Tirreni

Polichetti-Zullo, nessuna prova sul patto mafioso a Cava de' Tirreni
di Nicola Sorrentino
Sabato 3 Ottobre 2020, 06:40 - Ultimo agg. 20:27
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«Manca la prova d’intesa sul metodo di procacciamento dei voti». Così i giudici di Nocera Inferiore motivano, depositando la sentenza del maxi processo che ha prodotto 19 condanne e diverse assoluzioni, l’assenza di prove su di un «patto mafioso» tra Dante Zullo (nella foto) e l’ex assessore di Cava de’ Tirreni, Enrico Polichetti, nel 2015. Tra le fonti di prova della Dda, c’erano i verbali del pentito Giovanni Sorrentino. Il tribunale ha evidenziato la «diversità di versioni fornita dal collaboratore circa la dinamica con cui l’accordo sarebbe stato raggiunto. Ne consegue un giudizio di attendibilità non completamente positivo». Andando nel merito, il tribunale smonta l’ipotesi che Polichetti volesse affidare la gestione del verde a ditte vicine «al clan», bypassando le procedure. Vista la «tempistica della richiesta, nel 2018, e quindi più di tre anni dopo il presunto accordo, questo mal si concilia con l’esigenza di dare esecuzione ad un patto con un temuto camorrista nel più breve tempo possibile». Il servizio fu affidato con gara pubblica, mentre non fu provata l’esistenza di ditte composte da ex detenuti o di soggetti vicini a Dante Zullo. Sui voti presi da Polichetti in alcuni quartieri poco conosciuti, il collegio dice: «Dato irrilevante, nulla esclude che le preferenze fossero frutto di una campagna elettorale condotta dal candidato, in modo autonomo rispetto a Zullo». Durante la festa per l’elezione di Polichetti, inoltre, mancava proprio Dante Zullo, «che più di altri avrebbe dovuto manifestare la propria soddisfazione per il risultato conseguito». Sulla «Festa della Pizza», invece, ritenuta cuore del patto con il clan: «Non può essere valorizzata come riscontro, perché non vide il coinvolgimento di Zullo o Santoriello. Anzi, Vincenzo Zullo ed i suoi amici, lungi dal fornire collaborazione, così come avrebbe dovuto essere se si fosse trattato di un’iniziativa del sodalizio criminale, pretendevano di consumare gratuitamente, imponendosi come terzi estranei all’assetto organizzativo».
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