Salerno, la storia della prof precaria a 52 anni: senza stipendio, come altri 1.500 ai limiti dell'indigenza

Il racconto della docente salernitana: chiediamo al governo dignità per il nostro lavoro

Monica Vercelli
Monica Vercelli
di Gianluca Sollazzo
Lunedì 8 Gennaio 2024, 06:25 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 07:33
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Quando c’è una emergenza, sono i precari a tempo a scendere in campo. Peccato che il compenso non sia adeguato ai loro sforzi. Anzi, per alcuni prof e maestre negli ultimi mesi si sta materializzando un’autentica beffa. Secondo le prime stime sindacali che arrivano in ambito provinciale, almeno 1.500 docenti precari di Salerno che lavorano prevalentemente da inseriti in graduatorie di istituto, risultano ancora senza stipendio dal mese di ottobre. Altri 800 invece non percepiscono stipendio addirittura dal mese di settembre dopo aver lavorato per quasi un primo quadrimestre dell’anno scolastico. È passata l’Epifania e per molti supplenti la tradizionale calza della Befana è stata tristemente vuota. Senza stipendio, hanno fatto le feste di Natale pensando a come sobbarcarsi le spese di mutuo, tasse e spese per i figli. «Molti di noi non hanno potuto fare i regali ai figli e vivono quasi nell’indigenza: io mi reputo una privilegiata rispetto a centinaia di colleghi salernitani, ma se entro in aula e faccio il mio onesto lavoro, voglio che sia rispettato un mio diritto alla retribuzione sancito costituzionalmente». Così Monica Vercelli, professoressa di diritto alle scuole superiori di Salerno, precaria di 52 anni. Eppure vincitrice di concorso dal lontano 2001. Per uno strano scherzo del destino è costretta ancora ad accettare le supplenze brevi perché quasi sempre scavalcata nelle graduatorie delle supplenze lunghe. Nel 2015, anno della famosa legge 107 denominata “Buona Scuola”, rinunciò alla proposta di assunzione al nord Italia. Ed oggi è costretta a lavorare da precaria. Ma la a farle più male è il mancato pagamento dello stipendio a causa di intoppi burocratici che attanagliano altri 1.500 precari salernitani.

Professoressa, per avere lo stipendio sta vivendo un calvario…
«Da anni riesco a lavorare solo con le supplenze da parte delle scuole e per questo spesso non vengo retribuita mensilmente: credo che dopo anni di esperienza il ruolo dovrebbe spettarmi di diritto, così come è mio sacrosanto diritto essere pagata ogni mese per aver prestato il mio lavoro. Come supplente con contratti a tempo determinato, spesso subisco notevoli ritardi nei pagamenti, dai 2 ai 4 mesi nonostante svolga la mia professione con continuità e diligenza, così come ci sono migliaia di colleghi che lasciano le famiglie o fanno tanti chilometri dovendo anticipare spese e che non riescono ad arrivare a fine mese».

Da quanto tempo attende lo stipendio?
«Le posso dire che mi è stato pagato il servizio effettuato dal 15 settembre al 16 ottobre e siamo a gennaio.

Tutto questo è umiliante e degradante. La cosa che mi dispiace di più è che si tratta di una violazione di diritti: sono una docente laureata in giurisprudenza, che insegna educazione civica e diritto, per me è un doppio schiaffo. Il sistema non ci rispetta. Sono anni che Il Ministero dell’Istruzione invia in ritardo i fondi alle scuole per pagare i docenti assunti con contratto a tempo determinato, così come è ingiusto che non abbiamo diritto agli stessi permessi dei docenti di ruolo, alla carta del docente, ai finanziamenti agevolati».

Quanti colleghi sono come lei senza paga?
«Siamo in 15mila prof in Italia, alcuni sindacati dicono che siamo oltre 1.500 in provincia. Ma tanti colleghi salernitani insegnano al nord e il mio pensiero va a loro che pagano affitti senza avere lo stipendio. Tanti colleghi non possono sostenere il mutuo. Tutto questo è avvilente. È frustrante. Scenderemo in piazza a Roma per farci sentire». 

Cosa chiede al governo?
«Rispetto per il nostro onesto lavoro in classe. E un sistema di reclutamento che premi l’esperienza dei docenti con anni di servizio».

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