Processo Crescent, ultimo round:
«Assoluzione per De Luca»

Processo Crescent, ultimo round: «Assoluzione per De Luca»
di Angela Trocini
Sabato 10 Luglio 2021, 08:24 - Ultimo agg. 18:48
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Inammissibile l'impugnazione della Procura: l'avvocato Paolo Carbone, nella sua puntuale arringa al termine della quale ha chiesto la conferma dell'assoluzione già pronunciata in primo grado dal Tribunale di Salerno in favore di Vincenzo De Luca, ha sollevato due questioni. La prima attiene «all'assenza o carenza d'interesse» sbarrando così la strada alla richiesta di confisca dell'edificio Crescent: «Non essendo stata ordinata la confisca nella sentenza di primo grado», ha chiarito l'avvocato Carbone, «manca nella fattispecie il presupposto indispensabile per una pronunzia di confisca da parte dei giudici d'appello» e sul punto il difensore storico di De Luca ha indicato precisi percorsi normativi e sentenze di Cassazione pronunciate anche a Sezioni Unite.

Per quanto riguarda poi la missiva di De Luca, avente ad oggetto l'acquisto al patrimonio comunale delle aree oggetto di procedura di sdemanializzazione (considerata falsa dall'accusa e alla base dell'imputazione di falsità ideologica fidefacente, reato per il quale De Luca è stato assolto in primo grado per non aver commesso il fatto), l'avvocato Carbone ha contestato la tesi accusatoria secondo cui la missiva sarebbe di efficacia costitutiva, sostenendo al contrario che la «nota incriminata» - lungi dall'essere un atto di fede privilegiata - è una «fase del normale procedimento amministrativo già in atto e facente capo all'Ufficio demaniale del Comune». E non c'è stata alcuna minaccia nella fase dell'acquisizione delle aree: «La pratica dormiva, il Demanio non dava segni di vita e per questo motivo viene compulsato dall'allora sindaco.

Nulla di più», concludendo - l'avvocato Carbone - che «non c'è alcuna falsità ideologica nell'atto di De Luca» (ipotesi di reato da cui discendono tutte le contravvenzioni già prescritte). Per quanto riguarda la posizione della pubblica accusa e delle parti civili che riconoscono connotati pubblicistici solo alla piazza e al sottostante parcheggio, l'avvocato Carbone ha affermato che «a termini di legge non c'è più l'arcaica distinzione fra opera pubblica ed opera di interesse pubblico: le opere private, quindi, possono riguardare l'interesse pubblico. Come, appunto, in questo caso».

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Nell'arringa, una garbata stoccata anche ai consulenti della procura: «L'urbanizzazione non può essere realizzata, come da loro sostenuto, particella per particella, ma per area. Solo questa ha un'autonomia funzionale», parlando di un profilo storico sociale «nella trasformazione di Santa Teresa per aprirla al mare». La parola è poi passata all'altro difensore dell'attuale presidente di Regione, De Luca, l'avvocato Andrea Castaldo, che ha evidenziato come l'appello della Procura e gli stessi consulenti dei pm, risentiti in appello, «non abbiano fatto altro che ripetere le osservazioni già valutate e ritenute infondate dal Tribunale di primo grado. Non hanno apportato alcun elemento nuovo», ritenendo inutile tale rinnovazione dibattimentale ed aggiungendo che «una volta ascoltato l'architetto Strianese per le parti civili, oltre che i consulenti dei pm, si doveva consentire anche alle difese di sentire i propri tecnici. Nella discussione, l'avvocato Castaldo ha anche ribadito la «piena legittimità dell'operato dell'amministrazione comunale, all'epoca guidata dal sindaco De Luca (ora presidente regionale), per la realizzazione dell'edificio Crescent», ricostruendo la vicenda e ribadendo la «fondatezza delle motivazioni che hanno portato i giudici di primo grado all'assoluzione di tutti gli imputati per tutte le ipotesi di reato».

In apertura di udienza, l'avvocato Fulvio Bonavitacola ha discusso in favore di Nello Fiore (all'epoca componente della giunta De Luca) ribadendo l'estraneità alle contestazioni e la correttezza dell'operato amministrativo dell'allora assessore Fiore: «Si può discutere dell'aspetto estetico, ma nulla di più, in una zona che era ritenuta un bronx dove dilagavano prostituzione e spaccio di droga. E poi mi chiedo la logica di ritenere il Comune autore del reato che poi beneficerebbe di un'eventuale confisca». Prossima udienza il 20 luglio per la replica di pm e parti civili. La sentenza è prevista per il 23 luglio. 

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