Piazza Libertà, i parcheggi
su una strada non collaudata

Piazza Libertà, i parcheggi su una strada non collaudata
di Petronilla Carillo
Domenica 13 Giugno 2021, 12:00
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Luci ed ombre sulla minivariante per piazza della Libertà approvata dalla giunta Napoli il 3 giugno scorso. C'è un dettaglio che, nel cambiare dopo 12 anni il progetto, è sfuggito: l'accesso ai parcheggi sottostanti piazza della Libertà danno su una intersezione di strade indicate come non a norma dal perito della procura Rago. Quella stessa perizia utilizzata dagli inquirenti per chiedere (ed ottenere) il rinvio a giudizio di undici tecnici che hanno lavorato alla variante del Fusandola e la condanna in abbreviato di un altro tecnico, Benedetto Troisi. Le strade in questione sono, per la precisione, il tratto finale di via Pertini ed i 45 metri di via Odierno. Insomma quelli che, secondo il perito della procura, ingegnere Rago, non sono state collaudate e, in quanto realizzate sullo scatolare che comprime e devia il Fusandola, sarebbero a rischio crollo. Ovvero, il tratto compreso «tra piazza della Libertà - scrive il tecnico della procura - allo spigolo sud ovest della Casa del Combattente e da questa fino allo spigolo nord est dell'edificio scolastico Gennaro Barra». Il perito precisa che questo tratta di strada, esattamente i 45 metri di via Odierno, «sono prive del necessario certificato di collaudo di cui all'articolo 67 del Dpr 380/01». In quella stessa perizia il tecnico parla anche di un «anomalo certificato di agibilità statica» rilasciato dal «collaudatore statico» proprio per consentire l'apertura di quel tratto di strada al traffico veicolare dopo l'inscatolamento del torrente. Dal quel certificato ne sarebbe scaturita «una attestazione relativa alla funzionalità dello scatolare» poi inviata al Genio civile.

La curiosità: assente alla seduta di giunta del 3 giugno scorso, l'assessore all'Urbanistica Mimmo De Maio.

Nella delibera, per giustificare la nuova minivariante (l'ennesima al progetto della mezzaluna Bofill) si sostiene che si tratta di un atto necessario per «evitare l'abbattimento dei platani secolari che si trovano lungo il vecchio percorso di uscita dal parcheggio» previsto nel progetto del 2009. E, soprattutto, si specifica che la delibera viene approvata sentiti anche i pareri dei dirigenti tecnici e di quello addetti alla Mobilità. In effetti il precedente progetto prevedeva l'uscita del parcheggio (circa 600 posti, un forte impatto dunque sulla viabilità della zona) dal lungomare Trieste, proprio dove è segnato il confine del «fiume Fisandolo», così come è stato letteralmente scritto (e sbagliato) dagli operai impegnati nei lavori sul pavimento del tratto finale del lungomare, e il passaggio davanti alla sala Pasolini. Su quella traiettoria ci sono sì tre platani. Ma è anche vero che, per realizzare il Crescent ne sono stati tolti ben sei, ora in bella mostra al parco del Mercatello. In effetti la minivariante si è resa necessaria proprio per evitare di passare sul vecchio percorso del Fusandola. In delibera, però, non viene indicato l'importo di spesa. 

Anche su questo aspetto promettono battaglia i Figli delle Chiancarelle. «In questo modo si prendono in giro i cittadini - accusano - andassero a raccontare le bugie a Pinocchio. Noi ci chiediamo come mai tutti gli organi addetti ai controlli non verificano la fattibilità di questa minivariante e, soprattutto, l'impatto che un flusso di auto in uscita dal parcheggio avrebbe sulla zona che spesso si blocca a causa del traffico». Ma il gruppo ce l'ha anche con la politica: «Ci chiediamo se i consiglieri di opposizione gli atti li leggono... E pensare che queste carte sonio state esaminate anche dalla commissione Trasparenza».

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