Salerno, donna suicida nella Rsa: «Una morte annunciata»

La 67enne di Ercolano soffriva di una patologia psichica: "Subito una nuova legge"

Fa discutere il caso della donna suicida in una Rsa
Fa discutere il caso della donna suicida in una Rsa
di Petronilla Carillo
Martedì 14 Febbraio 2023, 07:36 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 17:20
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Il caso della 67enne di Ercolano suicida in una Rsa della zona collinare di Salerno anima il dibattito. Nessuna accusa verso la struttura ma la necessità di accendere i riflettori su quanti soffrono di patologie psichiche viene sollevata dal Comitato diritto alla cura che parla di una «morte annunciata» ritenendo sempre più necessario «cambiare le cose». Un mese fa il Comitato aveva presentato una proposta di legge popolare sul diritto alla cura per i malati con patologie disabilitanti gravi e gravissime di ordine neurologico, psichico e sensoriale, questa legge è stata esaminata dalla prima commissione della Regione Campania e ora si spera che «passi presto al vaglio del Consiglio».

La legge, in pratica, prevede un ampliamento delle strutture specializzate e soprattutto dell'organico. Non solo, dunque, verrebbe incontro alle esigenze delle famiglie troppo spesso impreparate alla gestione del proprio caro ma potrebbe anche consentire di svuotare le carceri e dare cure specialistiche a persone che hanno problemi di droga che, come si sa, incide sull'aspetto neurologico. Del resto un appello in tal senso era arrivato poco prima di Natale anche dal procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, che aveva parlato di troppi detenuti con problemi tossicologici.

Detenuti per i quali, invece, la legge prevede trasferimenti presso comunità o Rems. Ma non sempre ci sono i posti disponibili.

Per il Comitato diritto alla cura, dunque, «queste sono morti annunciate perché, per quanto il personale possa essere attento e scrupoloso, in strutture come le Rsa chi soffre di patologie psichiche o neurologiche non può avere le cure e l'assistenza di cui ha bisogno e che può trovare solo in strutture qualificate». «Un fatto come questo accaduto a Salerno - si legge ancora in una nota del Comitato in una struttura qualificata non sarebbe potuto accadere, in primo luogo perché tutta la struttura è studiata e organizzata in modo da proteggere i pazienti anche da se stessi, ad esempio tutte le finestre sono dotate di sistemi di sicurezza che impediscono ai malati di aprirle. In secondo luogo perché nelle Rsa  è previsto appena il 50% del personale e il 40% di specialisti rispetto ai centri qualificati. Proprio perché si tratta di pazienti che hanno bisogno di molto di più che di una semplice assistenza». «Quando parliamo di diritto alla cura spiegano ancora dal Comitato -   parliamo di diritto alla vita, non solo per episodi tragici come questi, ma anche perché senza cure  adeguate in strutture qualificate, questi pazienti regrediscono nelle loro malattie, al punto che si stima che abbiano un'aspettativa di vita di circa dieci anni in meno. Di fatto, dal punto di vista medico, vengono abbandonati. È questo che vogliamo cambiare, con una legge che garantisca a questo tipo di malati il loro diritto più importante, essere curati. Oggi quel diritto è negato».

Il Rapporto Salute mentale presentato a dicembre del 2022 con i dati relativi al 2021 indica che gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2021 sono 778.737 unità (mancano i dati della Regione Calabria) con tassi standardizzati che vanno da 113,7 per 10.000 abitanti adulti nel Lazio fino a 363,2 nella provincia autonoma di Bolzano. Gli utenti sono di sesso femminile nel 53,6% dei casi, mentre la composizione per età riflette l'invecchiamento della popolazione generale, con un'ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (67,3%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (47,1% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe 75 anni (5,6% nei maschi e 9,0% nelle femmine). Guardando poi la scheda regionale si vede che i livelli di assistenza in Campania sono quasi sempre dimezzati rispetto a quelli dell'intera nazione sia per quanto riguarda le strutture psichiatriche territoriali che quelle residenziali e semiresidenziali.
 

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