Salerno, dopo tredici anni di processo traballano le accuse per le violenze ai bimbi dell'asilo di Coperchia

Asilo di Coperchia a Salerno, dopo 13 anni di processo dubbi sulle accuse di violenza rivolte ai bidelli

L'asilo di Coperchia dove sarebbero avvenute presunte violenze
L'asilo di Coperchia dove sarebbero avvenute presunte violenze
di Viviana De Vita
Martedì 11 Luglio 2023, 06:00 - Ultimo agg. 16:46
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I bidelli non rimanevano mai da soli con i bambini. Le aule erano dotate tutte di porte con vetri trasparenti e dalle stesse si vedevano anche i bagni». Sono state due maestre della materna di Coperchia a spiegare ieri, davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno, come si svolgeva la giornata tra le mura dell’asilo travolto nel 2010 dalla bufera della Procura che ipotizzò un giro di violenze ai danni di bimbi della tenerissima età e fece finire sei persone, tra bidelli e personale amministrativo, sul registro degli indagati. Le due donne, con la loro deposizione, hanno fatto cadere altri tasselli all’impianto accusatorio: i piccoli non erano mai lasciati da soli con i collaboratori scolastici poiché non esisteva nemmeno un servizio di preaccoglienza e i bambini entravano a scuola tutti dopo l’accesso delle maestre sempre presenti a tutte le attività svolte dai piccoli, compreso il servizio mensa. L’asilo, inoltre, era frequentato da un centinaio di bambini e le accuse sono state mosse tutte dai genitori di un’unica classe. Con l’udienza di ieri sembra avviarsi finalmente all’epilogo l’istruttoria dibattimentale di un processo figlio di una maxi inchiesta scattata nel 2010.


Inizialmente sul registro degli indagati erano finite 11 persone tra bidelli, docenti e personale amministrativo. Dopo l’arresto nel maggio 2010 di Antonio A., bidello della materna, scarcerato però dopo soli 19 giorni dal Riesame, nel 2015 arrivarono le prime archiviazioni firmate dal gip Elisabetta Boccassini. L’anno dopo, il rinvio a giudizio firmato dal gup Donatella Mancini: a processo finirono i due bidelli della materna A.A., 52 anni, e A.G. assistiti dagli avvocati Michele Sarno e Domenico Fasano; i due addetti alle pulizie L. D. e A.R. difesi dagli avvocati Gerardo Di Filippo e Cataldo Intrieri; l’impiegato amministrativo P.A. e l’insegnante C.E. difesa dall’avvocato Roberto Lanzi. Tutti, ad esclusione della maestra, sono accusati di violenza sessuale di gruppo e di pedopornografia per aver costretto i bambini, della tenerissima età, a subire vere e proprie violenze confermate dai piccoli nel corso dell’incidente probatorio quando ricostruirono l’inferno degli abusi.

Gli stupri si sarebbero consumati nella stanza dei giochi o nel bagno dove i piccoli sarebbero stati sottoposti a violenze sessuali anali ed orali. Diversa la posizione della maestra accusata di avere omesso il controllo sugli allievi a lei affidati accompagnandoli in altre aule e lasciandoli senza vigilanza permettendo così il consumarsi delle violenze ai loro danni. Gli imputati, dal loro canto, si sono sempre professati innocenti.

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