Vallo della Lucania, in classe con una pistola a pallettoni: spara ad una insegnante

La professoressa fortunatamente non ha riportato gravi ferite

La scuola dove è avvenuta la sparatoria
La scuola dove è avvenuta la sparatoria
di Carmela Santi
Domenica 15 Ottobre 2023, 06:55 - Ultimo agg. 18:13
4 Minuti di Lettura

Porta a scuola una pistola a pallini e la utilizza contro una professoressa di sostegno. Il grave episodio è accaduto due giorni fa in una classe dell’Istituto Tecnico Commerciale Enrico Cenni di Vallo della Lucania. Uno studente di 15 anni iscritto ad una seconda classe della sezione geometri, improvvisamente durante l’ora di lezione, ha tirato fuori la pistola dallo zaino ed ha fatto partire i pallini gialli contro la docente. La professoressa fortunatamente non ha riportato gravi ferite. I pallini l’hanno presa di striscio. Ma la bravata avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Superato lo choc iniziale la docente ha fatto scattare l’allarme facendo intervenire in classe i suoi superiori. La professoressa originaria del napoletano, è di Castellammare di Stabia, ma residente a Vallo della Lucania insegna all’Istituto Cenni da circa due anni. Non è di ruolo nella classe dove venerdì mattina è stata vittima del grave episodio ma si trovava a sostituire una collega. Stava svolgendo la lezione con uno studente disabile mentre un collega stava tenendo la lezione con gli altri ragazzi della classe. I pallini sparati dalla pistola ad aria compressa avrebbero raggiunto la malcapitata su più parti del corpo, la donna non ha avuto bisogno di cure e non è dovuta andata in ospedale. Per lei lo choc per l’accaduto è stato più forte delle ferite fisiche. Della vicenda sono stati avvisati sia i genitori del ragazzo, autore del grave gesto, che quelli di alcuni compagni. 

Dopo aver sparato il ragazzo avrebbe nascosto la pistola all’interno dello zaino di un compagno. Per cui quando l’arma è stata ritrovata e sottratta ai ragazzi, i responsabili dell’istituto hanno avvisato i genitori di tutti gli studenti in qualche modo coinvolti nell’episodio. «Mio figlio non ha alcuna pistola con pallini di gomma», la risposta dei genitori del ragazzo di Vallo coinvolto dall’amico. La famiglia vallese è rimasta sorpresa e sconcertata per quanto le stavano comunicando da scuola. L’episodio ha sollevato un polverone e in poco minuti è uscito dalla seconda classe geometri e si è diffuso in tutto l’istituto scolastico frequentato tra le varie sezione da oltre 700 studenti che arrivano da tutto il comprensorio cilentano. Resta da capire se saranno presi provvedimenti nei confronti dello studente responsabile dello sparo. Decisione che potrà essere presa solo dopo aver convocato il consiglio. Inspiegabile ai docenti il gesto del ragazzo. 

«Certo si tratta di una classe un po’ movimenta - confida un professore - ma non ci saremmo mai aspettati che i ragazzi arrivassero a tanto. Più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, speriamo che i ragazzi, tutti, percepiscano che non si è trattato di un gioco». Il grave episodio si è verificato in una seconda classe, frequentata quindi da quindicenni. Non provengono da famiglie con disagio, sono ragazzi normali, forse un po’ troppo allegri ma non vi era alcun segnale premonitore di quanto accaduto due giorni fa. Non è escluso che nei prossimi giorni la professoressa presa di mira possa presentare denuncia ai Carabinieri del Reparto Territoriale di Vallo guidati dal Tenente Colonnello Sante Picchi. Piena condanna al gesto è arrivata non solo dai docenti ma anche da molti studenti, non è stata una semplice bravata ma una violenza verso una docente, stimata dai colleghi, che stava svolgendo la sua lezione e con uno studente disabile. L’episodio anche per i ragazzi non può essere minimizzato. «La cosa grave - aggiunge il professore - è la superficialità con la quale si pongono in essere delle azioni senza considerare l’esito». Fortunatamente la professoressa non ha riportato lesioni significative, ma è umanamente molto provata.

L’episodio ha aperto una discussione anche tra i genitori dei ragazzi che frequentano l’Istituto Cenni: «Oltre che dal punto di vista disciplinare, - ribadisce una mamma - dovrebbe essere necessario lavorare anche dal punto di vista formativo, perché è importante far capire ai ragazzi il disvalore di un simile atto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA