Veleni sulla Fondazione Alario, Conte si dimette e attacca Chirico

Veleni sulla Fondazione Alario, Conte si dimette e attacca Chirico
Sabato 6 Settembre 2014, 23:09
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SALERNO - Volano gli stracci nella fondazione Alario di Velia. Con il suo presidente, l’ex ministro Carmelo Conte, che tre giorni fa con una lettera durissima ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili. Dietro uno scontro aspro tra il politico ebolitano e Franco Chirico, cofondatore proprio della Alario. Un’istituzione privata quindi che opera nell’interesse pubblico e alla cui presidenza siede da quasi due anni l’ex ministro socialista poi avvicinatosi ai dalemiani.

Quattro pagine in tutto, quelle vergate da Conte e indirizzate a Chirico (e a tutto il Cda per conoscenza), cui in per prima cosa rivendica il lavoro svolto («A titolo gratuito e senza rimborsi spese per essere libero e non condizionabile», premette), per poi accusare direttamente Chirico di pressioni per richieste di finanziamenti. Anche attraverso il figlio nel frattempo entrato in Fondazione.



«Con il passare del tempo, a fronte dei successi, sono cominciate interferenze e richieste a favore del gruppo di potere cui la Fondazione, a suo dire, sarebbe subordinata. E a nulla è valso farle notare, in colloqui diretti e telefonici, che non rientrava nel mio modo di pensare né nel compito della Fondazione sostenere interessi che non fossero quelli generali del Cilento», attacca l’ex ministro.



Conte parla di pressioni «per sollecitare finanziamenti per il Consorzio Velia, ogni volta ricordando che la Fondazione si regge grazie ai contributi provenienti dal gruppo Idrocilento».

L'ex ministro socialista attacca ancora Chirico per «aver gestito il bilancio, i rapporti economici e finanziari della Fondazione, nel contesto delle sue diverse cariche, detenendone la documentazione presso la sede di Idrocilento, come rilevato dal Presidente del Collegio dei Revisore dei Conti in una delle ultime sedute del Consiglio di Amministrazione. Fatti - conclude Conte - per quali la Fondazione rischia di perdere la qualifica di onlus con gravissime conseguenze e danni».
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