Airc, l'oncologa Carminia Maria Della Corte: «Nuove combinazioni di terapie per cure sempre più mirate»

La ricercatrice all'Università della Campania Vanvitelli impegnata nel progetto sul tumore al polmone a piccole cellule

Airc, l'oncologa Carminia Maria Della Corte: «Nuove combinazioni di terapie per cure sempre più mirate»
di Maria Rita Montebelli
Venerdì 19 Aprile 2024, 11:14
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Carminia Maria Della Corte, oncologa presso l’Università della Campania Vanvitelli, ha vinto uno dei “grant” destinati ai giovani ricercatori da Fondazione Airc (My First Airc Grant). Laurea in Medicina nel 2011, specializzazione in Oncologia medica nel 2017, la giovane oncologa ha intrapreso un dottorato di ricerca in Medicina traslazionale che l’ha portata per due anni all’MD Anderson Cancer Center di Houston (Texas, Usa). La intervistiamo per capire quali molle spingano un giovane medico verso la ricerca.

Perché si è dedicata agli studi in oncologia?

«Ho deciso di diventare medico oncologo per essere di sostegno e aiuto agli altri. Durante gli anni di medicina ho scoperto la mia passione per gli studi sulla biologia dei tumori, ma il momento fondamentale per questa scelta professionale è stato il mio primo giorno da studentessa interna nel reparto di oncologia; qui ho incontrato pazienti che affrontavano le terapie con immensa speranza e tanta fiducia nei medici. E ho sentito che la mia vocazione era proprio lì».

Ricorda una persona che l’ha colpita in particolare?

«Sì, I. R., affetto da tumore del polmone. È il primo paziente che ho arruolato in uno studio clinico nel 2016 e che oggi è ancora vivo e in cura grazie a quel trattamento. Le sue parole per me sono state una grande ispirazione: “Partecipo a questo studio su un farmaco sperimentale perché alla sua base c’è la ricerca di tanti medici. Se non andrà bene per me, lo avrò fatto per i pazienti del futuro.

Perché la ricerca è una missione che dobbiamo portare avanti insieme, ricercatori e pazienti”».

Su cosa verte la sua ricerca sostenuta dal grant Airc?

«L’obiettivo di questo progetto, che riguarda il tumore del polmone a piccole cellule, è identificare nuove combinazioni di terapia (farmaci biologici più immunoterapia) e i relativi marcatori, per selezionare accuratamente i pazienti da allocare a un determinato trattamento. Più in particolare, cercheremo di individuare nuove combinazioni di terapie per superare la resistenza all’immunoterapia in queste forme tumorali».

Cosa rappresenta per lei l’Airc?

«Airc è stata presente nella mia crescita professionale per due aspetti. Il primo, come esempio di sostegno alla ricerca accademica: i miei mentori sono stati a loro volta vincitori di un grant Airc per progetti ai quali ho avuto l’opportunità di lavorare. Il secondo modo con cui Airc è entrato nella mia vita è stato attraverso l’esperienza di volontaria, a supporto dell’iniziativa “L’azalea della ricerca Airc”. Mi ha dato modo di conoscere tanti soci sostenitori Airc, che con la loro fiducia nella missione congiunta di medici e pazienti nella lotta al cancro, ci infondono forza e ci stimolano a essere ancora più incisivi nel nostro lavoro. Per questo, invito a destinare il 5 per mille all’Airc e a venire in piazza degli Artisti a Napoli venerdì 19 e sabato 20 aprile, per incontrare me e altri ricercatori per parlare di scienza e delle nostre ricerche».

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