Dehors, slitta la stretta a Napoli: «No alla deregulation»

Dalla legge di Bilancio alle nuove regole: «Saltano i paletti per tavolino selvaggio»

Dehors, slitta la stretta
Dehors, slitta la stretta
di Luigi Roano
Domenica 28 Gennaio 2024, 22:47 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 07:24
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Il Comune da mercoledì inizierà a fare i conti con la quinta proroga varata con la Legge di bilancio grazie alla quale non necessitano autorizzazioni per installare tavolini, dehors e quant’altro utile per il food and beverage. Per «la posa in opera temporanea su vie, piazze, strade e altri spazi aperti di interesse culturale o paesaggistico, di dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni» si potrà bypassare anche la Sovrintendenza.

Mercoledì in Commissione Cultura, turismo e attività produttive arriverà il nuovo regolamento per i dehors ed è l’occasione annunciata per discutere anche di questa ulteriore deroga di una norma che risale ai tempi del Covid. E tanto tra i consiglieri comunali quanto tra le associazioni si annuncia battaglia. Napoli vive di turismo e ci sono pochi dubbi, ma il tema della turistificazione e dell’eccessivo spazio occupato dal cosiddetto fenomeno di “Tavolino selvaggio” che genera un tipo di movida selvaggia e violenta è tema di grandi discussioni.

Perché ha poco a che vedere con il turismo.

Gennaro Esposito consigliere della maggioranza che regge il sindaco Gaetano Manfredi e soprattutto presidente del “Comitato di vivibilità cittadina” ha studiato a fondo il nuovo regolamento e i fari sono puntati sul centro storico Unesco. Che pure nello stesso nuovo regolamento dovrebbe godere di modalità diversa per quello che riguarda l’occupazione di suolo pubblico. «Ci sono diversi problemi - racconta Esposito - a iniziare dalle distanze che sono anche garanzia di sicurezza. Per esempio nel centro storico i soli due metri lasciati per il passaggio dei pedoni se si considerano i flussi che ci sono in quel pezzo di città sono insufficienti. Basta pensare a via Benedetto Croce e o a via dei Capitelli. E poi le auto di servizio e le ambulanze dove passano? Se c’è una emergenza come si fa? Non vorrei che il nuovo regolamento sia addirittura più permissivo della proroga concessa dal Governo». Questo è il primo dei rilievi mossi dal Consigliere comunale, ma cosa c’è scritto riguardi al centro storico Unesco nel nuovo regolamento? Come viene assoggettato alle regole? Sulla zonizzazione come è impostata la situazione? 

«Considerata la complessità del tessuto urbano della città, i diversi valori ambientali, architettonici, urbanistici, storici e culturali degli spazi pubblici, ai fini della disciplina del presente Regolamento sono individuate due aree cittadine:a. Area A: coincidente con l’area classificata Patrimonio Mondiale Unesco e con l’area Buffer Zone; Area B: area Urbana le zone non incluse nell’Area A». Visto c’è la proroga come si fermeranno i locali nel centro storico? «L’operatore commerciale che intenda collocare su suolo pubblico e privato, una installazione di arredo deve ottenerne preventiva concessione. Al fine dell’ottenimento della concessione deve presentare al Servizio competente formale istanza telematica in bollo». Il punto è tutto qui: se c’è una legge nazionale come può il regolamento che è comunale bloccarla?

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È ancora Esposito a chiarire: «C’era un buco nel vecchio regolamento e c’è anche in quello nuovo che tiene poco in considerazione la questione dei flussi turistici. Ci sono solo i due metri per i pedoni come ho detto, ma c’è la questione dei passi carrabili dove addirittura tavolini e strutture possono essere messi a un metro di distanza dagli stessi: come si fa a fare manovra senza mettere in pericoli i pedoni in un metro? Ma c’è un terzo punto che non è stato chiarito. C’è il tema delle attività di somministrazione senza servizi ai tavoli che hanno lo stesso l’occupazione di suolo pubblico perché si mettono i cosiddetti funghi che consentono ai cittadini di sedersi e di consumare è una burla serve per aumentare solamente in maniera indiscriminata l’occupazione di suolo pubblico. Nel regolamento i funghi sono previsti solo per l’asporto ma si tratta di negozi di vendita da asporto non si capisce a cosa servono». Insomma il clima è abbastanza surriscaldato sulla movida violenta, i giovani che si ubriacano con i cicchetti tanto che c’è una letteratura nera come racconto della città corredato da risse e accoltellamenti.

Se nel centro storico Unesco il regolamento del comune ha comunque individuato un a serie di paletti - che di fronte alla legge nazionale potrebbero essere abbattuti irrimediabilmente - nelle altre zone di Napoli dove si concentra la movida le cose rischiano di andare ancora peggio senza controlli asfissianti. Per esempio nell’area dei baretti di Chiaia. Anche da quelle parti gli spazi sono angusti e l’area è densamente abitata e purtroppo molta della fenomenologia criminale si sviluppa proprio in una delle zone più chic di tutta Napoli. Va chiarito che il regolamento in se è un passo in avanti rispetto al disordine attuale, tutte le installazioni dovranno avere degli standard elevati in termini di sicurezza e di estetica. Il punto è capire l’applicazione del regolamento in regime di deregulation.

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