Con la pandemia crescono i disturbi alimentari, uomini più colpiti

Con la pandemia crescono i disturbi alimentari, uomini più colpiti
Domenica 13 Marzo 2022, 17:49 - Ultimo agg. 19:09
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La pandemia e le misure restrittive adottate per contenerla hanno avuto «un effetto devastante, traumatico, nella vita di tutti, ma in particolare nelle categorie più fragili», con, nel 2020, un aumento del 30% di patologie del comportamento alimentare (anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata) in tutte le regioni italiane. A tracciare il quadro è la dottoressa Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, direttore della Rete disturbi del comportamento alimentare dell'Usl Umbria 1 e presidente Siridap, la Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso. Lo fa con l'ANSA in vista della giornata nazionale contro i Disturbi alimentari in programma il 15 marzo.

«Nel biennio 2018-2020 - spiega Dalla Ragione - la Regione Umbria è stata capofila di una ricerca epidemiologica nazionale sui Disturbi del comportamento alimentari per conto del Ministero della Salute l'aumento delle patologie del comportamento alimentare.

Si calcola che in Italia in questo momento ne siano affette circa tre milioni di persone. Durante gli ultimi due anni sono triplicate le chiamate al Numero verde nazionale, gestito dall'Usl Umbria, 800180969». Secondo la psichiatra e psicoterapeuta «in Umbria l'aumento della patologia è stato in linea con il trend nazionale». «Calcoliamo - ha aggiunto - che ci siano in questo momento 15.000 persone affette da Disturbi alimentari, un numero che comunque non comprende le persone affette da obesità, soprattutto adolescenti, che è molto alto».

Secondo Dalla Ragione «purtroppo i Dca sono diffusi in modo omogeneo in tutte le regioni, non c»è differenza tra la Sicilia e la Lombardia«. »Quello che cambia purtroppo - ha aggiunto - è la qualità della assistenza. Ci sono regione come l'Umbria, il Veneto, la Lombardia dove sono garantiti servizi e dove quindi la patologia viene intercettata precocemente e questo determina un migliore esito della patologia«. Ha quindi spiegato che »in questo momento i disturbi alimentari prevalenti sono la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata. «L'Anoressia è il 30% della patologia - ha proseguito -, ma è ancora la principale causa di morte. Si stanno diffondendo anche altri disturbi del comportamento alimentare come l'ortoressia (ossessione del mangiare sano) e la bigoressia (quella della massa muscolare)». «I disturbi del comportamento alimentare - ha detto Dalla Ragione - sono una patologia egosintonica, chi ne soffre cioè, soprattutto all'inizio, non è consapevole della gravità e della pericolosità della propria condizione e non è assolutamente motivato ad accedere ad un percorso di cura: per questo l'intervento tempestivo dei famigliari è di fondamentale importanza. La famiglia, secondo il nostro approccio di cura e la nostra visione del sintomo, non è mai ritenuta colpevole, anzi il lavoro che facciamo è quello di trasformare il senso di colpa delle famiglie in responsabilità: non ci focalizziamo sui limiti e sulle colpe dei famigliari, ma andiamo alla ricerca delle risorse famigliari, che vogliamo valorizzare e riattivare per mobilitarle nella cura della persona. Le famiglie, se accolte senza giudizio e guidate, possono diventare delle alleate molto preziose nella lotta contro il disturbo alimentare». Dalla Ragione ha sottolineato infine che «i Dca sono patologie curabili e guaribili». «Non si muore di anoressia o bulimia - ha sottolineato -, ma si muore se non ci si cura adeguatamente. Non a caso si muore di più nelle regioni dove non ci sono centri specializzati . Il successo della cura dipende da due fattori fondamentali; la precocità dell'inizio del trattamento e la continuità assistenziale».

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