Fukushima e il rilascio d'acqua radioattiva, qual è il (vero) danno ambientale e perché il trizio è così importante

di Marta Giusti
Sabato 26 Agosto 2023, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 18:07 | 2 Minuti di Lettura

Il parere degli esperti

James Smith, professore di scienze ambientali e geologiche presso l'Università di Portsmouth, ha affermato che «in teoria si potrebbe bere quest'acqua», perché le acque reflue sono già trattate quando vengono stoccate e poi diluite.

Il fisico David Bailey, che dirige un laboratorio francese di misurazione della radioattività, si è detto d'accordo e ha aggiunto: «La cosa fondamentale è la quantità di trizio presente. A questi livelli, non ci sono problemi per le specie marine, a meno che non si verifichi un grave declino della popolazione ittica, per esempio».

Ma alcuni scienziati sostengono che non possiamo prevedere l'impatto del rilascio dell'acqua.

La professoressa americana Emily Hammond, esperta di diritto energetico e ambientale presso la George Washington University, ha dichiarato: «Si può avere molta fiducia nel lavoro dell'AIEA, pur riconoscendo che il rispetto degli standard non significa che le conseguenze ambientali o umane attribuite alla decisione siano zero».

L'Associazione nazionale dei laboratori marini degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione nel dicembre 2022, affermando di non essere convinta dei dati del Giappone.

Il biologo marino Robert Richmond, dell'Università delle Hawaii, ha dichiarato alla BBC: «Abbiamo assistito a un'inadeguata valutazione dell'impatto radiologico ed ecologico che ci rende molto preoccupati del fatto che il Giappone non solo non sia in grado di rilevare ciò che entra nell'acqua, nei sedimenti e negli organismi, ma che, se lo fa, non ci sia alcun ricorso per rimuoverlo... non c'è modo di far rientrare il genio nella bottiglia».

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