Fukushima e il rilascio d'acqua radioattiva, qual è il (vero) danno ambientale e perché il trizio è così importante

di Marta Giusti
Sabato 26 Agosto 2023, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 18:07 | 2 Minuti di Lettura

L'incognita radioattiva

Se il Giappone fosse stato in grado di rimuovere tutti gli elementi radioattivi dalle acque reflue prima di convogliarle nell'oceano, forse il problema non sarebbe stato così controverso. Il problema è causato da un elemento radioattivo dell'idrogeno chiamato trizio, che non può essere rimosso dall'acqua contaminata perché non esiste la tecnologia per farlo. Invece, l'acqua viene diluita.

Il messaggio degli esperti è che il rilascio è sicuro, ma non tutti gli scienziati concordano sull'impatto che avrà. Il trizio si trova nelle acque di tutto il mondo. Molti scienziati sostengono che se i livelli di trizio sono bassi, l'impatto è minimo.

Ma i critici affermano che sono necessari ulteriori studi su come potrebbe influire sul fondo dell'oceano, sulla vita marina e sugli esseri umani. L'AIEA, che ha un ufficio permanente a Fukushima, ha dichiarato che un' «analisi indipendente in loco» ha dimostrato che la concentrazione di trizio nell'acqua scaricata era «molto inferiore al limite operativo di 1.500 becquerel per litro (Bg/L)».

Tale limite è sei volte inferiore a quello fissato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'acqua potabile, che è di 10.000 Bg/L.

Venerdì, la Tepco ha dichiarato che i campioni di acqua di mare prelevati giovedì pomeriggio hanno mostrato che i livelli di radioattività erano ben al di sotto dei limiti di sicurezza, con una concentrazione di trizio inferiore a 1.500 bq/L. Il Ministero dell'Ambiente giapponese ha dichiarato di aver raccolto venerdì anche campioni di acqua di mare da 11 diverse località e che avrebbe reso noti i risultati domenica.

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