Figlia vuole la paghetta a 33 anni: il tribunale le dà ragione e condanna il papà

Ragazza vuole la paghetta a 33 anni: il tribunale le dà ragione e condanna il papà
Ragazza vuole la paghetta a 33 anni: il tribunale le dà ragione e condanna il papà
Mercoledì 18 Dicembre 2019, 15:25 - Ultimo agg. 17:03
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Chiedere la paghetta a 33 anni, e avere ragione. Una ragazza che guadagnava circa 700 euro al mese ha chiesto aiuto al padre, che però si è rifiutato - dichiarandosi nullatenente e disoccupato - dopo aver peraltro smesso di versarle gli alimenti (258 euro mensili): il tribunale le ha dato ragione e ha condannato il papà a due mesi di carcere, racconta Repubblica. Il giudice ha stabilito la sospensione condizionale della pena per l'uomo, a patto che versi subito una provvisionale di 3000 euro immediatamente esecutiva in favore della figlia.

Era stata la figlia a denunciarlo il 29 dicembre 2014, raccontando come lui avesse smesso di contribuire al suo sostentamento dal 2012. Un uomo con cui i rapporti erano sempre stati difficili, continua a raccontare il quotidiano, dopo che si era separato da sua madre nel 2000. Nella sentenza di divorzio, il giudice aveva stabilito che dovesse corrispondere 500mila lire all'ex moglie e aveva accusato il padre di mancata ottemperanza degli obblighi familiari, per «aver fatto mancare i mezzi di sussistenza alla figlia maggiorenne».

La ragazza aveva il sogno di fare l'università «ma non ho avuto la possibilità», ha detto al giudice.
Dopo il diploma in ragioneria qualche stage, lavoretti saltuari. Fino a un part time nel 2015 con uno stipendio di circa 600 euro. «Adesso ne guadagno 786, vivo sempre con mia mamma» ha spiegato in aula. Il padre ha ammesso che i rapporti con la figlia erano peggiorati da quando aveva smesso di pagarle gli alimenti. Il giudice gli ha chiesto perché l'avesse fatto e lui ha risposto: «Perché era grande, sapevo che stava lavorando...». Poi ha parlato delle sue difficoltà economiche, ma il giudice non gli ha creduto e dovrà ricominciare ad aiutare sua figlia. 
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