Stefano Accorsi e lo spot sull'Emilia Romagna, polemica per il cachet: «100mila euro per tre anni»

Stefano Accorsi e lo spot sull'Emilia Romagna, scatta la polemica per il cachet: «100mila euro per tre anni»
Stefano Accorsi e lo spot sull'Emilia Romagna, scatta la polemica per il cachet: «100mila euro per tre anni»
Mercoledì 15 Settembre 2021, 12:33
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È polemica in Emilia Romagna per lo spot promozionale con Stefano Accorsi. A sollevare il polverone in Regione è stato il cachet di 100mila euro da destinare all'attore per tre anni. Con una interrogazione nel Consiglio regionale a firma di Michele Barcaiuolo, Fratelli d’Italia ha chiesto alla Giunta Bonaccini trasparenza sul compenso a suo dire tenuto segreto.

L'ssessore al Turismo, Andrea Corsini, ha confermato la cifra e ha spiegato che Accorsi riveste il ruolo non solo di protagonista, ma anche di «co-autore del progetto digitale insieme a Fabio Bonifacci».

Non si tratterebbe solo della pubblicità, ma di format tv, attività sui social e di altro materiale promozionale per il quale l'Apt ha pattuito un compenso di centomila euro più Iva. 

L'ultimo spot di 30 secondi recita così «L’Emilia-Romagna è una terra di piaceri proibiti. Dici che vieni qua perché si mangia bene, poi di nascosto vai a gustarti le città d’arte. Con la scusa delle notti folli, ti godi 202 teatri, 530 musei, oltre 100 chilometri di portici, migliaia di spettacoli nelle sere d’estate. Ma abbiamo una reputazione da difendere: quindi, per favore, non dire che vieni qua per l’arte e la cultura: i veri piaceri sono segreti. Emilia-Romagna, Italia». 

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Nel mirino sono finiti anche gli incarichi a Pausini, Tomba, Cevoli, Delogu. «Prima di oggi non è mai stato annunciato il compenso - ha aggiunto Barcaiuolo nei confronti della Giunta - ed è una cosa che si è ripetuta anche con Pausini, Delogu, Tomba e Cevoli. Sono tutte scelte legittime, ma andrebbe fatta una pubblicità assoluta sui compensi pubblici. E invece c’è sempre una penombra inquietante su queste collaborazioni. Sulle cifre possiamo essere d’accordo o meno, ma la trasparenza è fondamentale». 

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