La notizia che ha provocato un sussulto, finalmente positivo, giunta questa mattina: Chiara, la ragazza di Roma ridotta in fin di vita dall'uomo che le stava vicino finalmente mostra segni di reazione: quando sente l'inno della Lazio, la sua squadra del cuore, si muove (leggi la notizia).
Certo, forse è poco per gridare alla guarigione, ma nel dramma che stanno vivendo la ragazza e il suo papà, è sembrata una notizia positiva, bella, da condividere. Così l'abbiamo fatto anche noi del Mattino, abbiamo condiviso la notizia sul nostro sito e con i lettori della pagina Facebook. E dopo un po' abbiamo scoperto che il cuore delle persone è grande e che, in barba alle cose terribili che accadono intorno al mondo del calcio, il cuore è più forte. Sono arrivati messaggi a decine di solidarietà (Leggili), e tantissimi contenevano un concetto che è, più o meno, il seguente: sono tifoso del Napoli ma pur di rivederti sana verrei a cantare l'inno della Lazio al tuo fianco.
Magari voi penserete che si tratta di buonismo inutile. Noi, invece, pensiamo che sia un segnale positivo, un messaggio da far girare, da condividere ancora una volta: il tifo calcistico è una cosa, la solidarietà umana è altro. L'inno della Lazio diventa l'inno di tutti al capezzale di Chiara...