Due personaggi in lotta per la sopravvivenza su una terra che sembra di frontiera, il delta del Po. Alessandro Borghi è un bracconiere veneto, che vive ai margini della società insieme ad una comunità di romeni. Luigi Lo Cascio, emiliano, punto di riferimento dei pescatori locali, cerca di difendere il territorio e la lunga tradizione. Delta, per la regia di Michele Vannucci (23 marzo al cinema) metterà i due personaggi uno contro l'altro.
Borghi, del suo personaggio le è piaciuto il fatto che sia quasi un primitivo che lotta per la sopravvivenza?
La prima cosa ho pensato è questa storia non l’ha racconta nessuno.
Parla romeno ed il dialetto veneto. Mai pensato di non essere credibile?
Questo mi preoccupa sempre, perché ho la mania del controllo. Il primo approccio è dire “questo non lo so fare”, ma per il romeno ho avuto un coach, mentre per il dialetto in tanti mi dicevano, è simile a Otto Montagne, il film con Marinelli. Ma neanche per sogno, li parlavo bergamasco (ride ndr).
In Delta c'è anche il tema della sostenibilità, che ne pensa?
Recentemente ho visto un documentario su Netflix che per la prima volta mi ha messo davanti al fatto che il nostro pianeta non può sfamare tutti. Non c’è pesce per tutti, ma facciamo finta di nulla. La sostenibilità è un tema reale, io nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio, ma ciò di cui sono veramente certo è che il Covid sia stato un segnale e noi ce ne siamo fregati.