«Grace una leggenda, io l'ho rispettata»: Nicole Kidman difende il film

«Grace una leggenda, io l'ho rispettata»: Nicole Kidman difende il film
di Titta Fiore (inviato a Cannes)
Giovedì 15 Maggio 2014, 11:53 - Ultimo agg. 11:55
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bella, bionda, altera come Grace Kelly. Come lei ha vinto un Oscar e conosce le seduzioni del successo. E come lei, se dovesse scegliere, preferirebbe l'amore alla carriera. Ecco perché Nicole Kidman non ha esitato un istante ad accettare il ruolo della principessa di Monaco. «Una sfida da far venire la pelle d'oca, ma di sfide è fatto il nostro mestiere».



Il film che ha indignato la famiglia Grimaldi a scatola chiusa in fondo mantiene quel che promette: bei costumi, belle inquadrature, ambienti di lusso, da ricco feuilleton qual è, molto adatto a una prima serata televisiva. Ma al gioco mimetico dei personaggi, sempre pericoloso, il regista Olivier Dahan aggiunge un inaspettato versante «politico», dando largo spazio alla crisi che al principio degli anni Sessanta oppose Monaco alla Francia, Ranieri a De Gaulle, e ai difficili rapporti del principe con la sorella Antonietta che ambiva a prendere il suo posto sul trono.



Sarà per questo o, come si dice, per la scena in cui si vede il sovrano schiaffeggiare un ospite maleducato con Grace, che i figli Alberto, Carolina e Stephanie hanno rifiutato di vedere il film, bollandolo in ogni caso come una bieca operazione commerciale? «La reazione della famiglia mi rattrista, naturalmente, ma la capisco: è dei loro genitori che stiamo parlando» minimizza la diva. «Il film non è una biografia e lo abbiamo chiarito più volte, ci siamo presi molte libertà per rendere più accattivante il racconto, ma sempre con grande rispetto della storia e dei sentimenti delle persone coinvolte».



Di suo, l'affascinante Nicole ci ha messo tanto impegno e interesse per la leggenda e la vicenda umana di Grace Kelly. Proprio grazie al festival di Cannes la diva amatissima da Hitchcock, nel 1955, conobbe Ranieri e un anno dopo lo sposò con una cerimonia da favola nella cattedrale sulla rocca lasciandosi alle spalle il mondo dorato del cinema. «Era una star planetaria, aveva Hollywood ai suoi piedi e lasciò tutto per amore. Voleva sposarsi e avere dei figli, come tutte le donne. Anch'io, al suo posto, avrei fatto lo stesso. Perché la vita senza amore non ha senso. Ricordo quando ho vinto l'Oscar: ero molto felice, si capisce, ma anche molto sola. Un bel paradosso: nel lavoro ero al vertice, nella vita mi sentivo a terra. Non è piacevole stare su quest'altalena. Così deve essersi sentita Grace, così almeno l'ho immaginata io».



Per calarsi nei suoi panni ha letto libri, studiato carte e visto film («Tra tutti preferisco ”La finestra sul cortile”, un vero capolavoro»), e si è commossa guardando i documentari dell'arrivo della promessa sposa nel porto di Monaco illuminato a festa, pieno di folla plaudente. «Di lei mi colpisce soprattutto la capacità di attraversare gli avvenimenti con un distacco apparente che in realtà nasconde la passione».



Era fatta di ghiaccio bollente Grace, come dicevano a Hollywood: «Era una persona rara e ha avuto una vita leggendaria. Non è facile per un'attrice voltare le spalle alla carriera eppure lei non ha esitato. Non è vero, come si vede nel film, che Hitchcock andò a Monaco per offrirle di tornare sul set di ”Marnie”, ma certo glielo propose, offrendole molti soldi. Ma non erano i soldi, il problema: Grace amava il cinema e nello stesso tempo dubitava di essere ancora capace di farlo. Succede, nel nostro lavoro, capita anche a me anche se non sono sposata a un principe di sangue, ma solo a un principe della musica country». L'anno scorso ha fatto parte della giuria e il marito artista, Keith Urban, l'ha accompagnata spesso sul red carpet; a Cannes torna sempre volentieri, riconoscente al festival che le ha cambiato la vita.



Quanto a Dahan, spiega che la scelta di puntare sulla Kidman per il ruolo non è stata dettata solo dalla somiglianza con l'originale: «Nicole mi ha parlato della sua vita e piano piano sono emersi i lati in comune con Grace, come l'impegno umanitario a favore dell'infanzia». «Quando hai dei figli» s'illumina la diva, «tutto passa in secondo piano e non accettarlo può rendere infelici». Come sullo schermo, capita a Grace.