Isabella Rossellini torna al teatro: «Mi piace ridere e far ridere»

«Il palcoscenico fa sempre un po’ paura, inutile nasconderlo. È come camminare su una corda tesa, però l’emozione resta impagabile»

Isabella Rossellini
Isabella Rossellini
di Titta Fiore
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 18:00
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Tutto è cominciato a Parigi, con una mostra su Darwin al Museo d’Orsay: «Mi chiesero una conferenza, scrissi due testi comici. Mi vengono così, mi piace ridere e far ridere» dice Isabella Rossellini. «Ripensandoci, facevo la stessa cosa all’“Altra domenica” con Renzo Arbore, dove ero autrice e regista dei miei collegamenti». Poi i due testi comici sono diventati uno spettacolo, «Darwin’s Smile», un «one woman show» coprodotto dal Théâtre National de Nice e dal Teatro della Toscana che sta girando il mondo. Ieri sera ha debuttato con un bel successo alla Pergola di Firenze, quindi  tra tappe italiane, serate a Dubai e alle Canarie, chiuderà il tour alla fine dell’anno a Parigi.

«Il palcoscenico fa sempre un po’ paura, inutile nasconderlo. È come camminare su una corda tesa, però l’emozione resta impagabile. Una volta, prima di un debutto, per la tensione persi la voce e volevo annullare lo spettacolo. Ma Jean-Claude Carrière, che lo aveva scritto con me, mi fece ridere così tanto che mi rilassai e la voce miracolosamente tornò». 

A partire dal libro di Charles Darwin «L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali», lo spettacolo racconta come l'empatia, che è alla base della recitazione, sia necessaria anche per lo studio del comportamento animale. In scena Isabella si confronta con la gestualità del cinema muto, con umorismo e semplici espedienti interpreta cani, gatti, galline, pavoni, veste i panni dello stesso Darwin, rievoca la passione in «Casablanca» e alla fine saluta il pubblico con un bel cuore di luce disegnato sul sipario chiuso.

«Il grande biologo e naturalista britannico si pone domande meravigliose sui comportamenti primari e su quelli culturali, si interroga sul sorriso, sul tremito di paura, sullo spaesamento» continua Rossellini. «Vi siete mai chiesti perché il sorriso venga compreso in ogni parte del mondo mentre altri gesti sono specifici di alcuni paesi? Darwin, per esempio, era sicuro che le scimmie ridessero, perché facendo quel determinato verso avevano la stessa interruzione del respiro di noi umani». «Darwin’s Smile» riconcilia quindi due mondi spesso agli antipodi, come l’arte e la scienza. «In scena indosso cinque costumi, spero sorprendenti, e li cambio a vista, senza mai smettere di interagire con gli spettatori». 

Non è la prima volta che l’attrice e modella, figlia di due miti del cinema come Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, si confronta con il mondo animale. Nei corti realizzati per il Sundance Channel, «Green Porno», raccontava con ironia le abitudini sessuali delle varie specie travestita da lumaca, da ape, da ragno o da libellula. «Ho sempre amato gli animali, da bambina raccattavo cani e gatti randagi per strada, e quando mio padre mi regalò il libro di Konrad Lorenz, “I segreti di re Salomone”, mi entusiasmai.

Avrei voluto studiare etologia, poi le cose sono andate diversamente, ma a cinquant’anni ho realizzato il mio sogno e ho preso il master».

L’affascinano gli studi sulla selezione naturale e i meccanismi che portano alcune specie dallo stato selvatico a quello domestico. «A volte ho l’impressione che gli animali comunichino davvero. E questa cosa mi commuove». 

Nel 2013 Isabella ha trasformato la sua passione green in una piccola impresa ecosostenibile, fondando in un villaggio di Long Island a cento chilometri da New York la Mama Farm, una fattoria basata sul rispetto della biodiversità nelle coltivazioni e nell’allevamento di razze antiche. Là vive allegramente ta 150 galline, parecchie pecore spagnole, cani e papere che fanno uova nere «che poi diventano di un grigiolino magnifico». Racconta di essersi ispirata all’idea degli agriturismi italiani, dove si alleva, si coltiva e si ospitano i turisti in accoglienti alberghetti. Non è vegetariana, ma non mangia i suoi adorati animali, si capisce. «Il bello è che la fattoria ha cambiato il borgo in cui vivo. La gente ci viene nei weeekend, vuole sapere da dove arriva il cibo, se rispettiamo la stagionalità e come teniamo gli animali. Un amico dice che fattorie sono i nuovi golf club, il massimo della moda». 

«Darwin’s Smile» racconta in forma di spettacolo una sua scelta di vita. Eppure Rossellini spiega di non aver mai lavorato tanto come in questi ultimi anni. «Ho aperto la fattoria perché ero convinta che non avrei più recitato. E invece… Mia madre me lo diceva: a 50 anni non ti chiamano perché sei in un’età di mezzo, ma da vecchia tutti ti vorranno, magari in ruoli secondari, ma belli e interessanti. Ed è così, ho molto da fare».

Infatti ha recitato nel film di Alice Rohrwacher «La chimera» che ora esce negli Stati Uniti, e nella serie «Julia» sulla celebre chef e stella della tv Julia Child, presto la vedremo in «Spaceman» con Adam Sandler e Ralph Fiennes nell’atteso thriller «Il conclave» del premio Oscar Edward Berger, che in parte è stato girato nella Reggia di Caserta. Ha anche nuovi progetti teatrali? «Ho giurato a me stessa che non avrei scritto altri monologhi. Il teatro è bellissimo e faticoso. Per ora finisco questa tournée, per il futuro non so. Ho più di 70 anni, non credo che ce la farei ancora».

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