«'O cumpagn mij», un docufilm sulle vittorie (e le sconfitte) di Clemente Russo e Mirko Valentino

«'O cumpagn mij», un docufilm sulle vittorie (e le sconfitte) di Clemente Russo e Mirko Valentino
di Diego Del Pozzo
Giovedì 22 Luglio 2021, 08:00
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Mentre la boxe italiana è all'anno zero, dopo che per la prima volta in centouno anni (da Anversa 1920) nessun atleta uomo s'è qualificato per il torneo olimpico, col pugilato tricolore che a Tokyo sarà rappresentato soltanto da quattro donne, arriva da domani sulle piattaforme streaming un bel documentario dedicato a due tra i più noti e amati pugili italiani di questi anni, entrambi casertani di Marcianise: Clemente Russo e Domenico «Mirko» Valentino. Il film, diretto dai giovani filmaker Matteo Dell'Angelo e Camillo Cutolo, s'intitola «'O cumpagn mij», è prodotto da Palzom e distribuito da Europictures on demand. Sabato sera a Roma, nella cornice di Villa Ada, è in programma la première ufficiale, prima del concerto di Enzo Avitabile, autore della suggestiva colonna sonora assieme alla storica band hip hop romana Colle der Fomento.

 

«'O cumpagn mij» si regge su un'idea intelligente e drammaturgicamente premiante: raccontare le vite e le carriere di due vincenti come Russo e Valentino partendo da un fallimento, per metterne in evidenza le fragilità e le debolezze ma anche la voglia di lottare per risollevarsi e andare avanti sempre a testa alta. In questi mesi, infatti, «Tatanka» Russo ha conquistato, ad Avellino a gennaio, il suo sesto titolo di campione italiano, alla soglia dei 39 anni (li compirà il 27 luglio); mentre il trentasettenne «Mr. Tattoo» Valentino è stato protagonista, purtroppo perdente, di un match-evento valido per il titolo intercontinentale Ibf leggeri, lo scorso novembre, nell'ambito della prima grande kermesse pugilistica post-lockdown tenutasi in quella che è storicamente considerata la capitale della boxe italiana, cioè Marcianise, la terra di grandi maestri come il compianto Mimmo Brillantino, capaci di fare della «noble art» una missione e uno strumento di riscatto sociale per tanti giovani della provincia casertana.

Nel loro documentario, i registi Dell'Angelo e Cutolo si concentrano sul lato più intimo e umano dei due pugili e sulla loro amicizia. Le riprese li mostrano all'epoca delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, quando Valentino mancò la qualificazione e Russo fu sconfitto prima di arrivare in zona medaglie.

Col frequente ricorso alla camera a mano, in modo da restare il più vicino possibile a Clemente e a Mirko, emergono sullo schermo, dunque, le emozioni e il vissuto di quei giorni di due giovani sportivi in un momento di difficoltà, impegnati in una sfida innanzitutto con se stessi, in modo da non soccombere a una sconfitta ben più grande di quelle giunte sul ring. 

 

Le Olimpiadi maledette di Rio 2016, lo spettatore le guarda proprio attraverso gli occhi di Mirko, ripreso con lo sguardo fisso sulla tv mentre assiste nella sua Marcianise al match olimpico brasiliano dell'amico Clemente. Dopo la sua mancata qualificazione a quell'edizione dei Giochi, infatti, le speranze sono tutte per il risultato di «Tatanka», che punta con decisione a una nuova medaglia dopo i due argenti di Pechino 2008 e Londra 2012. La sconfitta di Russo, quindi, è anche un po' la sua sconfitta. Valentino piange, non soltanto per il risultato negativo ma perché conosce i sacrifici necessari per arrivare fino a quel punto. Li ha provati per anni sulla sua pelle e, dopo la mancata qualificazione, s'è fermato per un po', affogando la delusione nella birra. Al ritorno dal Brasile, anche Clemente Russo appare distrutto dentro, con la barba incolta e lo sguardo spento. Smette anche lui di allenarsi e, soprattutto, inizia a dubitare di se stesso. Insomma, con sguardo schiettamente cinematografico «'O cumpagn mij» mette in scena le esistenze di due uomini finiti al tappeto, ma che sapranno rialzarsi ancora una volta, per riprendere a combattere sul ring e nella vita. 

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