Pannofino commosso al Giffoni Film Festival: «L'affetto dei ragazzi è emozionante»

L'attore presente con “Le stelle di Dora - Le sfide del Generale Dalla Chiesa”

Pannofino al Giffoni
Pannofino al Giffoni
di Maria Francesca Troisi
Lunedì 24 Luglio 2023, 21:07 - Ultimo agg. 21:17
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In giro non c'è traccia della boccia di vetro con il pesce rosso “Boris”, ma alla première mondiale riservata al Giffoni Film Festival (ormai al giro di boa) de “Le stelle di Dora - Le sfide del Generale Dalla Chiesa” ce n'è comunque l'eco. A dargli voce lui, Francesco Pannofino, un uomo e mille volti, che col resto del cast accoglie le domande dei giffoners, per cui si fa maestro-consigliere. Nella sala gremita di curiosi (categoria Impact, 18-30 anni) in cui l'alter ego di René Ferretti si manifesta commosso e orgoglioso: «È emozionante vedere come questi ragazzi mi vogliono bene, io penso di non aver fatto nulla per loro, e invece loro ti guardano con quegli occhi... Ti danno l'energia per andare avanti: sono una ventata di freschezza». Prosegue sulla pellicola: «Essendo figlio di un carabiniere ho aderito con orgoglio e affetto e ho avuto l'onore di far conoscere un grande eroe che non va dimenticato come il generale Dalla Chiesa».

Poi la platea (più adulta) si scalda subito, e torna sulla questione dello sciopero degli attori d'oltreoceano. «Seguo la protesta dei colleghi americani perché sembra che l'AI possa sostituire sia scrittori che attori - dice lui -  contate che nel doppiaggio si può campionare la mia voce e usarla per un qualsiasi film; così diventa un furto, quindi va regolamentata e salvaguardata questa cosa».

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Stimolato dalle domande, l'attore-doppiatore ripercorre anche l’inizio della sua carriera, e dispensa paterni consigli sull'arte di sfondare. «Ho vissuto anche io il problema di farmi vedere, e non c’erano nemmeno i social… Tu devi fare, fare tutto quello che ti capita, qualsiasi cosa, anche piccola, va fatta al meglio delle possibilità. Anche due battute. Sapeste quante ‘due battute’ ho fatto io all’inizio. Poi le cose sono cambiate...». Si spiega meglio: «Quello dell’attore non è un lavoretto, non è fare il tappeto rosso... Conta molto l'esperienza (per lui più di 40 anni, ormai), che va approfondita, ma non bisogna esagerare nemmeno, perché se no vai sopra le righe e eccedi. Noi attori siamo marionette in carne e ossa».

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