Sidney Sibilia: «E dopo Mixed by Erry narro la storia degli 883»

Il regista salernitano annuncia una serie su Sky

Sidney Sibilia sul set di Erry
Sidney Sibilia sul set di Erry
di Titta Fiore
Mercoledì 21 Giugno 2023, 08:51 - Ultimo agg. 16:37
4 Minuti di Lettura

Marco Bellocchio fa l'en plein, e dopo aver vinto il Nastro d'argento Grandi Serie e il David di Donatello per «Effetto Notte», si aggiudica con «Rapito» anche i principali Nastri d'argento per il cinema: miglior film dell'anno, regia, miglior produttore, sceneggiatura, attrice protagonista (Barbara Ronchi), attore non protagonista (Paolo Pierobon) e montaggio (Francesca Calvelli e Stefano Mariotti). Stasera la consegna dei premi assegnati dai Giornalisti Cinematografici Italiani al Maxxi di Roma (conduce Francesca Fialdini, lo speciale va in onda alle 23.20 su Rai Movie e domani alle 01,20 in replica su Raiuno).

Sydney Sibilia vince nella commedia con «Mixed by Erry» e porta a casa anche due riconoscimenti tecnici (per scenografia, condiviso con «L'ombra di Caravaggio», e casting director).

Alessandro Borghi e Luca Marinelli si confermano migliori attori con «Le otto montagne», mentre per il genere brillante la spuntano Antonio Albanese («Grazie ragazzi») e la rivelazione Pilar Fogliati con «Romantiche».

«Il sol dell'avvenire» di Nanni Moretti si aggiudica il premio per l'attrice non protagonista, Barbora Bobulova, e il Biraghi per Valentina Romani (con Leonardo Maltese). Beppe Fiorello è il miglior regista esordiente con «Stranizza d'amuri», a Massimiliano Caiazzo di «Mare fuori» il premio Nobis per «Piano piano», a Giovanna Ralli, Michele Placido e Giovanni Veronesi, infine, i Nastri d'argento speciali.

Video

Con «Mixed by Erry», la storia di Enrico Frattasio e dei suoi fratelli Angelo e Peppe che inventarono dal nulla un impero duplicando musicassette in un retrobottega di Forcella, Sibilia ha ricreato un'epoca - gli anni Ottanta a Napoli tra i Jackson Five e il Festival di Sanremo - e un mondo in cui la pirateria musicale ancora non esisteva e dove, per paradosso, i pirati finirono per essere piratati, prima di pagare con il carcere le conseguenze del loro sogno ai confini della legalità. «Per questo film ho fatto un viaggio nel tempo, sono stato un testimone oculare delle cose che raccontiamo» dice il regista salernitano.

«Da bambino compravo le cassette "Mixed by Erry", la mia formazione musicale è cominciata così. Anche per ricostruire gli ambienti ho scavato tra i ricordi, ho provato a mettere dentro tutto quello che mi tornava in mente, per esempio la segatura a terra nei bar, oppure la luce grigia dei vicoli senza sole e i canarini a casa di mio nonno, perché in quel periodo tutti avevano un canarino in casa... E poi la dimensione fisica della musica, diciamo che ho fatto un film a tutto volume. Oggi basta digitare un pezzo per ascoltarlo tutte le volte che vogliamo, negli anni Ottanta la musica si comprava nei negozi, quindi non era accessibile a tutti. A pensarci bene, l'industria musicale della nostra epoca ha subito due contraccolpi pesanti, con "Mixed by Erry" prima e con Sean Parker e Napster negli anni anni Duemila. I cambiamenti sono avvenuti praticamente a Napoli e nella Silicon Valley». Il film, una commedia dagli ingranaggi perfetti, è stata un successo al botteghino. Che cosa ha conquistato il pubblico? «È sempre difficile capirlo, forse proprio il suo essere una commedia divertente, una storia assurda e vera allo stesso tempo».

Anche il nuovo progetto di Sydney Sibilia, la sua prima serie, parlerà di musica e racconterà la nascita degli 883: «Una bellissima storia di amicizia che Max Pezzali e Mauro Repetto mi hanno aiutato a riscrivere» spiega il regista. Prodotta da Sky e Groenlandia, «Hanno ucciso l'uomo ragno» andrà in onda su Sky e su Now. «Max e Mauro sono passati dal punk al superpop e, contro ogni aspettativa, hanno cambiato la musica italiana degli anni Novanta». La prima stagione, otto episodi, racconterà l'album d'esordio del gruppo, la seconda il successivo. Perché in Italia si girano così poche commedie, Sydney? «Perché la commedia è uno specchio dei tempi e oggi il tempo corre troppo veloce. Il mondo cambia ogni sei mesi e il cinema fa fatica a stargli dietro. È difficile fermare il momento storico. Ma non disperiamo, secondo me si riprende alla grande».

© RIPRODUZIONE RISERVATA