Blanco non si sente un supereroe. E non vuole nemmeno essere un esempio per nessuno. A La Repubblica, Riccardo Fabbriconi, meglio conosciuto come Blanco, racconta la sua trasformazione da ragazzo normale a star della musica. I numeri ci sono tutti e stiamo parlando dei dischi di platino e d'oro. E poi c'è quel duetto con Mina. Non una a caso che l'ha scelto. Cose che non capitano tutti i giorni.
Blanco e l'incontro con Mina, come è successo
E a proposito del duetto: «Sono andato allo stadio a vedere i Coldplay e ho conosciuto la figlia che mi ha detto: «mia madre è felicissima di aver fatto il pezzo con te».
Il successo
Un successo veloce, improvviso che può fare paura, può devastare. Per questo ammette con molta sincerità di aver «mantenuto i miei amici di quando ero piccolo, sono sempre loro e va benissimo così, in questo ambiente farsi un nuovo amico è difficilissimo, non sai mai se qualcuno ha interesse a diventare tuo amico o è sincero».
In cerca di un (nuovo) disagio
La sua storia, la sua musica si può racchiudere in un'immagine. Quella del fuoco. Un'immagine che però sta cambiando dentro di lui. E a La Repubblica lo ammette: «Il fuoco che mi accendeva all’inizio è cambiato, è diverso, in evoluzione. Forse sono un po’ più triste perché il fuoco dell’inizio era più dovuto al disagio ed era anche la voglia di raggiungere un obiettivo, ora è un’altra cosa, devo ancora capire cosa e l’ho anche presa male, ma è inevitabile, non posso avere lo stesso disagio che avevo all'inizio».
Il concerto
Poi per fortuna arriva Roma, lo stadio Olimpico («Qui ci venivo a vedere le partite della Roma col mio papà, una volta mi sono visto anche Roma-Real Madrid») e il prossimo 20 luglio San Siro. «Saranno i due momenti che mi godrò di più di tutto l'anno». Poi c'è un ultimo sogno da realizzare ancora: sfondare all'estero...
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