Geolier, Giorgia e Marracash per il disco bis del golden boy

Fuori da oggi il nuovo album per rafforzare il primato sul fronte del rap - newpolitano

Geolier nella sua Scampia
Geolier nella sua Scampia
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Venerdì 7 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 8 Aprile, 08:33
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A conti fatti sono 24 brani: i primi diciotto di «Il coraggio dei bambini», uscito il 6 gennaio e ancora quarto nella classifica dei dischi più venduti, più i sei nuovi di zecca contenuti in questo «Atto II», fuori da oggi. Emanuele Palumbo da Secondigliano, per tutti Geolier, 23 anni compiuti il 23 marzo scorso, rilancia e raddoppia, quasi a reclamare un primato sul fronte del rap - newpolitano, italiano, perché no europeo - che presto sarà difficile negargli. E se nel disco-madre gli ospiti si chiamavano Sfera Ebbasta, Paky, Lazza, Takagi & Ketra e Lele Blade, nel disco-figlio scendono in campo due numeri uno, un re (the king of rap Marracash) e una regina (Giorgia, sovrana della canzone italiana, seconda solo alla divinità Mina).

Ma, ancora una volta, quel che più conta è il flow, il flusso di parole spietate, veraci, ineludibili, che non cercano compromessi, perché figlie di un meccanismo espressivo naturale, perché frutto di una comunicazione senza filtri.

Rap, trap, nu soul («L'ultima canzone» con la Todiani che si concedere anche tre paroline in napoletano: «nuje simme accussì») sono i campi di battaglia preferiti di questo «Il coraggio dei bambini - Atto secondo», oggi in uscita in versione digitale, il 21 aprile in versione fisica su cd (anche autografato), a completare un lavoro destinato a svettare a fine anno tra quelli più venduti e più influenti.

Il brano iniziale, «2 secondi», apre le danze citando «1 2 3 Palapartenope», ma ormai le date napoletane nella struttura di Fuorigrotta sono diventate quattro: sold out le prime tre (19, 20 e 22 aprile), sono stati messi in vendita i biglietti per la quarta (il 23 aprile). «Si voglio quaccosa mo' ppiglio», rappa Emanuele e non sembra la solita spacconata da rapper di periferia, Secondigliano in questo caso, quanto una sorta di consapevolezza del momento d'oro (insieme creativo e di mercato) attraversato.

Che parli di vita di strada, del quartiere dove ha visto il coraggio dei bambini a cui vuole restituire coraggio, ma soprattutto il diritto ad essere bambini e non «Soldati», o di vita amorosa e passionale, Geolier non cambia linguaggio, sempre sferzante e tagliente nel flusso di parole hop hop, più melanconicamente romantico nelle love story, ma con metafore comunque armate, feroci, come quella del giubbino antiproiettile, che attutisce il colpo ma sulla carne lascia i lividi.

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Golden boy della scena nazionale, pronto a ripartire con un tour all'aperto lungo quanto l'estate dopo il sold out indoor milanese all'Alcatraz (il 12 aprile) e i quattro appuntamenti partenopei, mister Palumbo aggiorna la storia del rap newpolitano con una consapevolezza e una maturità sorprendenti per la sua giovane età: «Simmo irruente, i nu poco eccentrico, nun tengo o problema ca me copiano, me sento autentico», intona in «So fly», e divide il microfono con re Marra in «Il male che mi fai», pensata per conquistare le radio ed arrivare direttamente all'appuntamento del secondo «Red Bull 64 bars live»: il 7 ottobre a Scampia, dove il coraggio dei bambini è come un rap. 

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