È la prima volta che lo stadio si apre al dancefloor. Una maratona electro al Maradona: è il giorno di «Joseph Capriati & friends», con il trentaquattrenne superdj casertano che salirà sul palco alla conclusione di una giornata molto articolata. I cancelli aprono alle 11, dalle 12 alle 24 è in programma una no-stop in cui le ragioni del groove dovrebbero riuscire a tenersi insieme a quelle della solidarietà.
Proviamo a spiegare che cosa c'è dietro quest'evento, Joseph?
«Da anni avevo voglia di fare qualcosa per restituire il tanto che ho avuto.
I biglietti costano 50 o 30 euro, c'è una «fee» fissa per ogni ticket, accrediti compresi, di 5 euro, per l'Unicef. E il resto? Come sarà ripartito l'incasso?
«Pagate le spese - palco, allestimento, amplificazione, viaggio, vitto e alloggio degli ospiti - tutto andrà all'Unicef».
E se non le coprirete?
«Saremo lieti di rimetterci di tasca nostra, meno lieti se il nostro messaggio non sarà arrivato al pubblico».
Oddio, dance e messaggio?
«Proprio così: non mixerò i miei ritmi solo per farvi ballare, vorrei che arrivasse il messaggio».
E come?
«Dalle 12 alle 14 si inizia nel nome e nel segno dell'Unicef, dando voce ai suoi dirigenti e militanti, ai bambini, ai piccoli rifugiati ucraini».
Sotto il sole il messaggio rischia di evaporare. Come si continua?
«Con la musica. Ho chiesto a Gnmr, ovvero Gianmaria Coccoluto, di aprire lui, con una mezz'ora di funky-disco-house, un set in cui userà solo vinile».
È il figlio del divo Claudio.
«Cocco è stato il primo dj, il primo cittadino della nazione della notte a coniugare console e consapevolezza. Dopo di lui nessuno. Ci provo io».
Andiamo avanti con la scaletta.
«Alle 16 il mio amico Clementino ci regalerà altri trenta minuti di grande musica, con il suo rap, i suoi freestyle, le canzoni dell'ultimo album, Black Pulcinella».
È saltata, invece, la presenza di James Senese, quindi si torna all'ortodossia da club culture.
«I miei friends non lasceranno fermo nessuno. Il palco è sotto la curva B, al posto della porta, gli spettatori potranno dividersi tra la pista d'atletica e l'anello inferiore: a far muovere loro le gambe, e tutto il resto, saranno Agents Of Time, Dubfire, DJ Ralf, Cassy e Silvie Loto in un set schiena a schiena. E un clamoroso confronto a quattro tra dj che sono la storia della dance napoletana da esportazione: Gaetano Parisio, Luigi Madonna, Markantonio, Roberto Capuano».
Ma è stato facile convincere le istituzioni che lo stadio Diego Armando Maradona potesse diventare una megadiscoteca?
«Sì e no. Il Comune, a partire dal sindaco Manfredi, ma anche la Regione, in testa l'assessore alla Politiche giovanili Fortini, sono stati disponibilissimi, e di questo li devo ringraziare. Poi è arrivato il turno dei controlli burocratici: è giusto che siano severi, meno che ci guardino ancora come una tribù pericolosa di sballatoni. Il mondo della club culture è una realtà, spero di contribuire a farlo conoscere nella giusta maniera, anche attraverso iniziative come queste».
E Capriati quando sale sul palco?
«Alla fine. Prima, verso le 21, sarà il momento di riabbracciare Lavezzi. El Pocho è stato fantastico, ha voluto usare la sua voglia di rivedere Napoli, il campo di gioco, i tifosi, mettendola a disposizione della mia iniziativa benefica e solidale. Gli consegnerò una targa, un premio, anzi lo affiderò allo speaker ufficiale degli azzurri: Daniele Decibel Bellini. Sarà un'emozione».
Quindi il gran finale. Come inizierà la tua selezione?
«Un'intro con cassa dritta e poi via. Dalle 22 alle 24: sto preparando una scaletta giusta, con molte pause, molti synth, roba techno global, direi».
E cos'altro c'è nella tua estate di djstar giramondo?
«Tante tappe. A partire dalle tre notti da resident all'Amnesia di Ibizia intitolate come il mio ultimo disco, Metamorfosi. Anche lì ho invitato un sacco di friends: si vede che ci sto prendendo gusto».