Joseph Capriati suona al Maradona per i bambini ucraini: «La scena electro si prende lo stadio»

Joseph Capriati suona al Maradona per i bambini ucraini: «La scena electro si prende lo stadio»
di Federico Vacalebre
Sabato 28 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 20:10
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È la prima volta che lo stadio si apre al dancefloor. Una maratona electro al Maradona: è il giorno di «Joseph Capriati & friends», con il trentaquattrenne superdj casertano che salirà sul palco alla conclusione di una giornata molto articolata. I cancelli aprono alle 11, dalle 12 alle 24 è in programma una no-stop in cui le ragioni del groove dovrebbero riuscire a tenersi insieme a quelle della solidarietà.

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Proviamo a spiegare che cosa c'è dietro quest'evento, Joseph?
«Da anni avevo voglia di fare qualcosa per restituire il tanto che ho avuto.

Certo, non è stato facile, il mio successo è stato conquistato con le unghie e con i denti, vengo da una famiglia molto umile, ma... Dopo un po' mi sono reso conto che non mi bastavano più feste, vestiti, party. Volevo fare qualcosa di più. Durante la pandemia quel pensiero si è riaffacciato, ho incontrato la disponibilità dell'Unicef a spalleggiarci, poi il dramma della guerra in Ucraina ci ha dato un obiettivo: i soldi che raccoglieremo serviranno per i bambini vittime di un conflitto insensato come ogni conflitto».

I biglietti costano 50 o 30 euro, c'è una «fee» fissa per ogni ticket, accrediti compresi, di 5 euro, per l'Unicef. E il resto? Come sarà ripartito l'incasso?
«Pagate le spese - palco, allestimento, amplificazione, viaggio, vitto e alloggio degli ospiti - tutto andrà all'Unicef».

E se non le coprirete?
«Saremo lieti di rimetterci di tasca nostra, meno lieti se il nostro messaggio non sarà arrivato al pubblico».

Oddio, dance e messaggio?
«Proprio così: non mixerò i miei ritmi solo per farvi ballare, vorrei che arrivasse il messaggio».

E come?
«Dalle 12 alle 14 si inizia nel nome e nel segno dell'Unicef, dando voce ai suoi dirigenti e militanti, ai bambini, ai piccoli rifugiati ucraini».

Sotto il sole il messaggio rischia di evaporare. Come si continua?
«Con la musica. Ho chiesto a Gnmr, ovvero Gianmaria Coccoluto, di aprire lui, con una mezz'ora di funky-disco-house, un set in cui userà solo vinile».

È il figlio del divo Claudio.
«Cocco è stato il primo dj, il primo cittadino della nazione della notte a coniugare console e consapevolezza. Dopo di lui nessuno. Ci provo io».

Andiamo avanti con la scaletta.
«Alle 16 il mio amico Clementino ci regalerà altri trenta minuti di grande musica, con il suo rap, i suoi freestyle, le canzoni dell'ultimo album, Black Pulcinella».

È saltata, invece, la presenza di James Senese, quindi si torna all'ortodossia da club culture.
«I miei friends non lasceranno fermo nessuno. Il palco è sotto la curva B, al posto della porta, gli spettatori potranno dividersi tra la pista d'atletica e l'anello inferiore: a far muovere loro le gambe, e tutto il resto, saranno Agents Of Time, Dubfire, DJ Ralf, Cassy e Silvie Loto in un set schiena a schiena. E un clamoroso confronto a quattro tra dj che sono la storia della dance napoletana da esportazione: Gaetano Parisio, Luigi Madonna, Markantonio, Roberto Capuano».

Ma è stato facile convincere le istituzioni che lo stadio Diego Armando Maradona potesse diventare una megadiscoteca?
«Sì e no. Il Comune, a partire dal sindaco Manfredi, ma anche la Regione, in testa l'assessore alla Politiche giovanili Fortini, sono stati disponibilissimi, e di questo li devo ringraziare. Poi è arrivato il turno dei controlli burocratici: è giusto che siano severi, meno che ci guardino ancora come una tribù pericolosa di sballatoni. Il mondo della club culture è una realtà, spero di contribuire a farlo conoscere nella giusta maniera, anche attraverso iniziative come queste».

E Capriati quando sale sul palco?
«Alla fine. Prima, verso le 21, sarà il momento di riabbracciare Lavezzi. El Pocho è stato fantastico, ha voluto usare la sua voglia di rivedere Napoli, il campo di gioco, i tifosi, mettendola a disposizione della mia iniziativa benefica e solidale. Gli consegnerò una targa, un premio, anzi lo affiderò allo speaker ufficiale degli azzurri: Daniele Decibel Bellini. Sarà un'emozione».

Quindi il gran finale. Come inizierà la tua selezione?
«Un'intro con cassa dritta e poi via. Dalle 22 alle 24: sto preparando una scaletta giusta, con molte pause, molti synth, roba techno global, direi».

E cos'altro c'è nella tua estate di djstar giramondo?
«Tante tappe. A partire dalle tre notti da resident all'Amnesia di Ibizia intitolate come il mio ultimo disco, Metamorfosi. Anche lì ho invitato un sacco di friends: si vede che ci sto prendendo gusto». 

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