The Rocky horror show torna a Napoli: in cartellone al teatro Bellini

«A 50 anni dal debutto questo spettacolo conserva intatto il potere politico delle sue origini e ne siamo orgogliosi»

Sul palco del The Rocky horror show
Sul palco del The Rocky horror show
di Luciano Giannini
Giovedì 9 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 10 Novembre, 07:16
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«A 50 anni dal debutto questo spettacolo conserva intatto il potere politico delle sue origini e ne siamo orgogliosi. A molti giovani di allora cambiò la visione della vita, grazie al suo fantastico messaggio di libertà e inclusione, e continua a farlo oggi, diventando una festa corale, che si rivolge a tutte le generazioni». Regista associato della Royal Shakespeare Company, a proprio agio tra l'opera lirica, Pinter e Wilde, Christopher Luscombe presenta il tour italiano di «The Rocky horror show», il musical di Richard O'Brian, che dirige da 17 anni, in versione originale con attori madrelingua. L'allestimento, che torna in Italia dopo un anno, stavolta sarà anche al Bellini dal 14 al 16 novembre prossimi, dopo Torino e prima di Milano, Roma e Padova. In scena, tra gli altri, Stephen Webb (Frank), Haley Flaherty (Janet), Richard Meek (Brad), Ben Westhead (Rocky), Joe Allen (Eddie/Dr Scott) e Alex Morgan (il narratore, che nelle date romane sarà sostituito dal nostro Greg, in calze a rete).

Kristian Lavercombe è Riff Raff, un ruolo che - confessa - «ho interpretato 2500 volte». Nulla di cui stupirsi: finora «The Rocky horror show» è stato visto da circa 30 milioni di persone in oltre 30 nazioni ed è stato tradotto in 20 lingue. E pensare che alla prima londinese, nel giugno '73, al Royal Courts theatre c'erano 63 spettatori. Il merito è anche del film, «The Rocky horror picture show» (1975), che si impose rilanciando la versione teatrale. Nella pellicola lo stesso O'Brian era Riff Raff; Tim Curry, Frank; Susan Sarandon, Janet. L'allestimento atteso al Bellini sfoggia anche un'orchestra «leggende, musicisti formidabili. È una fortuna avere gente che suona vero rockn'roll». Parola di Richard Meek. È lui a interpretare Brad, che con la neo-fidanzata Janet, per colpa di una bucatura, si ritrova in un castello (in realtà, un'astronave aliena camuffata).

Li accoglie Riff Raff, invitandoli alla convention annuale dei Transylvani, festa orchestrata dal padrone di casa Frank, dove accade di tutto: sesso etero e omo; arrosto cucinato con la carne di Eddie; apparizione di un novello Frankenstein; pietrificazione dei commensali, tra le note di brani storici come «Time warp», «Damn it, Janet» e «Sweet transvestite».

Trasgressiva, grottesca, irriverente, erotica e transgender, gotica, kitsch, camp e citazionista, la creatura visiva e musicale di Richard O' Brian, che si ispirò ai b-movies horror e di fantascienza anni 50, è diventato un fenomeno di costume, un inno alla liberazione del sesso e dell'immaginazione. Gli appassionati tornano a rivederla, ripetendone battute e canzoni, addobbati come i loro eroi, dal maggiordomo deforme Riff Raff a Brad e Janet; dal travestito dottor Frank N. Furter alla sua creatura, Rocky, un Frankenstein attraente quanto Apollo.

Luscombe: «La costumista è la stessa per lo show e per il film». Domanda: perché non aggiornare alcuni ingredienti o proporre citazioni più contemporanee? «Ho preferito restare fedele all'originale. Non volevo cambiare per il gusto di farlo. Abbiamo tentato, ma le innovazioni ne snaturavano lo spirito. Il pubblico si aspetta di vedere le icone a cui è affezionato, nei costumi con cui sono diventate celebri. E le icone... meglio non toccarle».

Mick, Morgan e Lavercombe: «Lo spettacolo continua a coinvolgere il pubblico, sul palcoscenico e fuori. In platea troviamo fan che lo videro perla prima volta quand'erano adolescenti e oggi, ovviamente, scoprono nuovi significati. Gli adolescenti di oggi, invece, si sentono liberi, forse per la prima volta. Ecco perché “The Rocky horror show” è sempre contemporaneo. Dà il diritto di essere se stessi, in un mondo ancora troppo ancorato a pregiudizi anacronistici». 

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