Marco Paolini, il nuovo Vajont riunisce 135 teatri

A 30 anni dal debutto, e a 60 dal disastro, Paolini ha aggiornato la drammaturgia

Marco Paolini
Marco Paolini
di Luciano Giannini
Giovedì 5 Ottobre 2023, 07:09
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Saranno coinvolti 135 teatri in Italia, con attori, allievi, Stabili e compagnie di ricerca, maestranze e spettatori; 50 gruppi di teatro amatoriale; 94 scuole; 223 gruppi «affettivi»: famiglie, coppie, amici; 118 si raccoglieranno in «letture di comunità»: la scena diventa atto politico. Lo fa guardando al passato e, soprattutto, al futuro. Il tema è l'ambiente e, dunque, la responsabilità dei cittadini e di chi li governa. Lo spettacolo da cui tutto prende origine è lo storico «Vajont» di Marco Paolini e Gabriele Vacis, l'orazione civile scritta 30 anni dopo il disastro (doloso) che uccise duemila persone e che Paolini, nel pluripremiato monologo, così sintetizza: «260 milioni di metri cubi di roccia cascano nel lago dietro alla diga e sollevano un'onda di 50 milioni di metri cubi... Solo la metà la scavalca ma è più che sufficiente a spazzare via cinque paesi...».

Oggi, a 30 anni dal debutto, e a 60 dal disastro, Paolini ha aggiornato la drammaturgia - titolo «VajontS 23» - e lunedì l'affiderà a migliaia di persone che, ciascuno alla propria maniera, ricorderanno l'evento per compiere un atto di «prevenzione civile».

In particolare, alle 22.39, ora in cui la montagna affondò nella diga, tutte le azioni sceniche si fermeranno per ricordare e riflettere, in un silenzio che rimanda ad altre tragedie più recenti (l'alluvione in Emilia Romagna, la frana di Casamicciola) e diventa monito e messaggio per il futuro.

Paolini sarà al Piccolo di Milano, con 20 attori, Vacis allo Stabile di Torino, ma la performance collettiva si estenderà da Bergamo a Ravenna, da Roma a Taranto e a Cagliari. In Campania, in prima fila saranno il Nest di San Giovanni a Teduccio e le quattro sale di Casa del Contemporaneo, diretto da Igina Di Napoli: la Sala Assoli, il Teatro dei Piccoli, il Ghirelli di Salerno, il Karol di Castellammare. Ma ci sono anche il teatro Comunale Vittorio Emanuele di Benevento e l'Eidos di San Giorgio del Sannio. Rosario Sparno cura la regia di tre letture sceniche partenopee, che avranno il sostegno (e le spiegazioni) di altrettanti divulgatori scientifici, mentre al Teatro di Piccoli prenderà vita un esperimento ludico sul tema dell'acqua, con 80 bambini dell'IC Madonna Assunta di Napoli. Infine, Su Radiodue Rai, nel corso di una puntata speciale di «Caterpillar», Teresa Mannino si collegherà con le diverse voci di questo «coro» affollato e diffuso. Spiega Paolini: «Per Vajont edizione '23 ho voluto, nel titolo, la S del plurale inglese, perché in Italia la fragilità idrogeologica e le nuove situazioni di siccità prodotte dalla crisi climatica richiedono all'arte, alla cultura, e dunque anche al teatro, di occupare un ruolo civile di colla sociale tra i cittadini. È questo il senso del coro che abbiamo messo in campo. Il disastro fu causato anche da una catena di errori. Dopo tanti anni, giustizia è stata fatta e a noi, ora, tocca riflettere su quegli errori più che sulle colpe, e ragionare sulla complessità di cui tutto il nostro Paese è preda». Aggiunge il regista Rosario Sparno: «Lunedì ci confronteremo con un omicidio di massa, di Stato. Quel che accadde al Vajont non è passato, appartiene al nostro presente». E Igina Di Napoli: «Il teatro deve diventare la scatola nera del mondo». 

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