Minx, la serie tv dello scandalo arriva in Italia: «Le scene di sesso in tv? Il trucco c'è e non si vede»

Liberamente ispirata alla storia della rivista «Viva», fondata nel 1973 dal magnate di «Penthouse» Bob Guccione

Il cast di Minx
Il cast di Minx
di Matteo Ghidoni
Venerdì 28 Luglio 2023, 08:00
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Mentre davanti agli studios attori e sceneggiatori stanno ancora manifestando, rivendicando stipendi e condizioni lavorative migliori, paralizzando di fatto Hollywood e l'intera industria cinematografica, sui teleschermi sta per tornare una serie che racconta di una rivoluzione del passato, eppure attuale più che mai. La seconda stagione di «Minx», la comedy series cancellata a riprese terminate da Hbo Max nonostante il successo fra i critici, è ora disponibile sulla rete via cavo Starz, in Italia visibile via streaming su Starz Play.

Ambientata negli anni Settanta, creata da Hellen Rappaport, è liberamente ispirata alla storia della rivista «Viva», fondata nel 1973 dal magnate di «Penthouse» Bob Guccione, che ha stampato l'ultima copia nel 1980.

La protagonista è Joyce Prigger, interpretata da Ophelia Lovibond, giovane attivista femminista che, insieme all'eccentrico editore di origini italiane Doug Renetti (Jake Johnosn), crea il primo mensile erotico destinato alle donne e successivamente anche al pubblico che oggi chiamiamno lgbtq.

Dopo avere visto nascere il magazine «Minx» fra complicazioni, entusiasmo e pregiudizi da superare, in queste nuove otto puntate sarà possibile seguire il lavoro di redazione di una rivista rivoluzionaria - nell'ambito del costume sessuale, certo - alle prese con un nuovo editore, la fama e le enormi tentazioni che da questa deriveranno. Tanto per capirci: «Minx» sponsorizzò l'uscita al cinema di quello che è considerato il padre di tutti i film porno, il famosissimo «Gola profonda» uscito nel 1974.

Al party di lancio della nuova stagione, all'interno dei Nya Studios a Hollywood, mancavano attori, creatori e registi della serie, a causa degli scioperi congiunti degli aderenti ai sindacati Wga e Sag-Aftra. A fare gli onori di casa è stata una squadra composta da diversi professionisti che hanno lavorato allo show, fra cui il produttore Dan Magnante e la make-up artist Carleigh Herbert, che ha ricoperto un ruolo chiave occupandosi delle parti intime, più che dei volti di chi era in scena.

Il primo a intervenire è stato Dan Magnante: «Questa è una storia notevole perché intreccia la nascita di una rivista erotica per donne, con il racconto del femminismo militante e della situazione politica degli anni '70, in un modo per nulla didattico. Nella seconda stagione vedremo i protagonisti vivere l'apice della produzione dei contenuti erotici su carta, al cinema e in televisione. Si intrecceranno temi legati al femminismo e al capitalismo. Vedremo come il successo e grosse quantità di denaro possano influire, non sempre positivamente, sulla vita delle persone. In generale, per lo spettatore, si tratta di godersi uno spaccato del divertimento e della creatività di quegli anni». 

Quando la make-up designer Carleigh Herbert ha accettato di lavorare in «Minx», non era del tutto cosciente di quello che le avrebbero chiesto: «Ho incontrato Hellen Rappaport grazie a Rachel Lee Goldenberg, regista di cinque episodi», spiega la truccatrice: «Cercavano qualcuno che sapesse fare il trucco ma fosse anche in grado di lavorare con effetti speciali e protesi. Ho accettato prima di rendermi esattamente conto di cosa si trattasse. Dopo la prima riunione ho capito che ci sarebbero state parecchie scene di nudo, sia maschile che femminile, e avrei dovuto applicare diversi peni finti sugli attori. Ho dovuto anche ricreare i peli pubici degli attori che posavano nudi. Rispetto agli anni Settanta oggi in molti scelgono di depilarsi e così, giocoforza abbiamo dovuto creare tupè molto particolari. Diversi degli organi genitali maschili che saranno visibili sullo schermo sono protesi, anche se spero che guardandoli non sia facile capire la differenza. Posso dire che per mesi il trailer in cui lavoravo è stato pieno di peni finti», conclude fra le risate: «Non è stato semplice e spesso è stato un poco imbarazzante, ma sono felicissima di avere preso parte a questa avventura un po' pazza e molto divertente». 

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