Fase 2, il napoletano Ciano: «I ragazzi
hanno bisogno di ripartire sul tatami»

Antonio Ciano
Antonio Ciano
di Diego Scarpitti
Mercoledì 1 Luglio 2020, 14:19
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Judo che fatica. Come una pedalata in salita. Per ritrovare l’andatura regolare, serve lo scatto giusto e distanziare gli inseguitori. Sale realmente sulla bici Antonio Ciano, scalatore non improvvisato. Sport a doppia velocità. Bisogna fare i conti con le cicatrici della pandemia e diradare le perplessità (tante), colmare ritardi (notevoli).  Annaspano gli sport di contatto, beffati e non rimborsati: pallanuoto, boxe, scherma, canottaggio, taekwondo, pallacanestro, pallavolo, pallamano, judo. Con l’acqua alla gola, dispersi nei flutti.
 

 

«I ragazzi hanno bisogno di ripartire, dopo che ci siamo inventati di tutto in questi mesi di lockdown, pur di allenarli a distanza», spiega il tecnico napoletano delle Fiamme Gialle. Stenta a decollare la Fase 2. Una volta risolto il problema del calcio in serie A, tutto il resto sembra poter attendere, confinato in un limbo e in secondo piano. Si veicola, però, un messaggio diseducativo e certamente di diseguaglianza. Con stupore hanno reagito gli sportivi alla decisione «insensata e discriminatoria» del Comitato tecnico scientifico.

«La palestra è aperta, utilizziamo il tappeto ma sempre senza contatti e a distanza. Immaginare di fare judo senza potersi toccare e sfiorare è difficile. Complicato davvero carpire la concentrazione dei ragazzi, così come programmare il futuro. Allenamenti improntati alla teoria più che alla pratica», ammette il classe 1981 di Ercolano, ma nato a Torre del Greco.

Si procede in totale autonomia lungo la Penisola. Le Regioni seguono l’esempio della Sicilia, apripista e capolista nell’autorizzare la ripresa degli sport di contatto già dal 20 giugno: la Liguria e la Puglia hanno dato il via libera agli sport di squadra (come la waterpolo) con un’ordinanza. E il Veneto si è adeguato. Campania e Lazio ancora ai box. «Sono 5 mesi di allenamenti alternativi. Non si era mai verificata una situazione del genere, senza combattimenti e senza proiezioni. Privato e depotenziato del contatto, judo snaturato», evidenzia Ciano, in carriera campione del mondo militare e secondo nella rassegna europea senior.

«Non una polemica», tiene a precisare Ciano, ma «gli sport di contatto possono riprendere. Allenamenti limitati secondo i protocolli restrittivi, rispettando le dovute distanze, osservando le prescrizioni e le linee guida. I ragazzi sono veramente esausti. Solo simulazioni. E nulla più», ribadisce l’allenatore gialloverde, che partecipò ai Giochi di Londra 2012. «Le istituzioni devono comprendere le nostre esigenze, ci ascoltino di più. Manca il passo finale per il ritorno alla normalità». Ultimo miglio, il più difficile, scansando ostacoli e tenendo conto delle curve. «Ci siamo industriati nel tenere alta la curiosità e la vivacità dei ragazzi. Annullate gare e trasferte». Welfare sportivo di non trascurabile valore, benessere collettivo non più rinviabile.

Soluzione. «Confronto e linea del dialogo da perseguire, per costruire un percorso di ripartenza e di crescita anche in avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo». Destinatari dell’appello lanciato da Ciano il ministro dello sport Vincenzo Spadafora e il deputato Felice Mariani, ex direttore delle Fiamme Gialle, il primo italiano a conquistare una medaglia olimpica: bronzo a Montréal 1976, firmando una memorabile impresa nella storia del judo nostrano. Sensibile alle questione legate alla materassina Mariani, che è stato anche 3 volte consecutivo campione d’Europa (Helsinki ’78, Bruxelles’79, Vienna’80) e 3 volte medaglia di bronzo ai campionati mondiali ('75,'79,'81), nonchè commissario tecnico della Nazionale, portando Giulia Quintavalle al trionfo dell’oro olimpico a Pechino 2008. Giulia unica atleta della storia delle Fiamme Gialle e del judo italiano femminile a firmare tale successo. Quello della Quintavalle il terzo oro olimpico italiano di sempre, dopo Ezio Gamba a Mosca nel 1980 e Pino Maddaloni a Sydney nel 2000. Infine Fabio Basile a Rio 2016.

Ad unire Ciano a Mariani lo stesso numero di titoli italiani vinti in carriera (5) e gli stessi colori (gialloverdi).
«La richiesta di aiuto è indirizzata anche a Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, e a Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio», conclude fiducioso Ciano, che sgambetta, quando può, a Castelporziano, per non perdere ritmo e smalto. Cultura del lavoro finalizzato allo sforzo di rialzarsi e riprendere il cammino interrotto.

Tornerà lo sport di contatto in sintonia con l’ardente desiderio dei campioni di ripartire.
Sportivi che pazientemente (e sapientemente) hanno incassato le decisioni governative senza batter ciglio, sempre in nome della pax olimpica. E’ il momento di invertire la rotta e dar vita ad un nuovo transito. Nel rispetto della salute della sicurezza, verso la normalità quando?

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