Se ne va a 79 anni Marco Bollesan,
leggenda del rugby italiano

Se ne va a 79 anni Marco Bollesan, leggenda del rugby italiano
Se ne va a 79 anni Marco Bollesan, leggenda del rugby italiano
di Daniele Petroselli
Lunedì 12 Aprile 2021, 11:57
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A poche ore di distanza da Massimo Cuttitta, il rugby italiano piange un altro grande. A 79 anni è morto a Genova Marco Bollesan, unico rugbista inserito dal CONI nella Walk of Fame che attraversa il Parco del Foro Italico.

Quarantasette volte ha vestito la maglia della Nazionale, di cui trentaquattro da capitano, per il mondo della palla ovale italiana è una leggenda. Fu lui come ct a guidare gli azzurri nella prima Coppa del Mondo del 1987, sfiorando l'accesso ai quarti di finale, ma ne è stato anche team manager nelle edizioni del 2003 e del 2007.

Nato a Chioggia ma cresciuto a Genova, flanker nelle fila del CUS del capoluogo ligure, dopo essersi imposto come una delle migliori terze linee del panorama nazionale era passato alla Partenope conquistando il titolo di Campione d’Italia del 1966 prima di rientrare al suo club d’origine, sfiorando per tre anni il titolo tricolore con i genovesi per poi conquistarlo nel 1975 con la maglia del Brescia, nello stesso anno della sua ultima apparizione in azzurro contro la Cecoslovacchia a Reggio Calabria. 

"Per i rugbisti della mia generazione, per chiunque abbia praticato lo sport tra gli Anni ’60 e gli Anni ’80, ma anche per chi è venuto dopo Marco Bollesan è stato un esempio, l’epitome del rugbista coraggioso, il simbolo di un Gioco dove fango, sudore e sangue rappresentavano i migliori titoli onorifici - ha scritto il neo presidente della Federazione Italiana Rugby Marzio Innocenti -.

Ha contribuito a far conoscere il rugby nel nostro Paese ben prima della rivoluzione professionistica del 1996, incarnando lo spirito del rugby italiano per oltre due decenni e rivestendo anche negli anni successivi al suo ritiro dal campo una serie di ruoli strategici per la Federazione. Gli saremo eternamente grati per il suo straordinario contributo ed io, in particolare, porterò sempre nel cuore i suoi insegnamenti e l’onore che mi riconobbe assegnandomi, da Commissario Tecnico, i gradi di capitano della Nazionale durante la sua gestione".

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