Carboni: «Il Benevento ha i numeri per sfatare il tabù trasferta a Catanzaro»

Carboni: «Il Benevento ha i numeri per sfatare il tabù trasferta a Catanzaro»
Giovedì 28 Novembre 2013, 23:07 - Ultimo agg. 29 Novembre, 08:40
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Benevento. Conosco bene la realt del Catanzaro, dal diesse che era con me a Frosinone a diversi giocatori.C’ grande entusiasmo, il pubblico al Ceravolo spesso in grado di condizionare gli arbitraggi per cui si tratta di un match che nasconde molte insidie, ma se lo interpretiamo come immagino abbiamo le armi per potergli fare male.



Guido Carboni è consapevole delle difficoltà che potrebbe incontrare il Benevento in Calabria, ma allo stesso tempo è persuaso che qualcosa sia cambiato, che quella fatidica molla sia finalmente scattata. «Mi auguro che la vittoria sul Barletta ci abbia fatto svoltare - dice il tecnico aretino - e che quel blocco psicologico che ci impediva di esprimere il potenziale sia superato una volta per tutte. Sono stufo del fatto che, per giocare da Benevento, abbiamo sempre prima bisogno di prendere qualche schiaffo. A Catanzaro abbiamo la possibilità di sfatare il tabù trasferta (fuori casa i giallorossi non vincono da quasi 10 mesi) e rilanciarci in classifica, in modo da cavalcare l’entusiasmo e guardare al futuro con maggiore ottimismo».



Prove tecniche di formazione nel test in famiglia di ieri, che ha visto nel primo tempo Carboni confermare lo stesso undici che ha battuto il Barletta (ma con Montiel vertice basso e De Risio interno). In barba a chi sostiene che l’allenatore abbia la tendenza a non schierare mai la stessa formazione. A inizio ripresa Mengoni ha lasciato anzitempo il campo toccandosi all’altezza del bicipite femorale. Niente da fare per Agyei, che non si è visto per niente a Paduli, e Di Piazza, dedicatosi solo a una leggera corsetta. Nessuno dei due ci sarà a Catanzaro.



«Andrea è uscito solo a scopo precauzionale, per fortuna non dovrebbe trattarsi di nulla di serio. Gli infortuni - incalza Carboni - nella maggior parte dei casi non sono preventivabili, ti costringono a modificare l’assetto e a fare tante, troppe rotazioni. Ciò non toglie che questa squadra non è stata costruita per giocare con undici, dodici uomini ma con diciotto, diciannove, per cui non è pensabile di poter utilizzare sempre le stesse pedine al netto di acciacchi e squalifiche. Credo che invece sarà opportuno utilizzare su un blocco di dodici, tredici nel finale di stagione, quando vuoi o non vuoi una quadratura e un gruppo compatto su cui puntare servirà a fare la differenza in partite da dentro o fuori. In ogni caso, mi piacerebbe avere sempre problemi di abbondanza».
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