Rivoluzione nel calcio, espulsioni a tempo come nel rugby: ​quando e per quanto tempo, come funzionano

La sperimentazione già in Premier League

Rivoluzione nel calcio, espulsioni a tempo come nel rugby: quando e per quanto tempo, come funzionano
Rivoluzione nel calcio, espulsioni a tempo come nel rugby: ​quando e per quanto tempo, come funzionano
di Benedetto Saccà
Martedì 28 Novembre 2023, 21:34 - Ultimo agg. 29 Novembre, 08:39
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Espulsioni a tempo, riduzione di proteste e risse, taglio ai recuperi enormi. E, così, il calcio cammina obliquo verso l’orizzonte del rinnovamento delle regole. Perché ieri, nella riunione annuale dell’International football association board che si è tenuta in un hotel di Heathrow, a Londra, si è discusso di diversi argomenti Dopo aver constatato, ad esempio, l’adozione con successo delle espulsioni provvisorie – di dieci minuti – nel calcio giovanile inglese, l’Ifab auspica adesso la sperimentazione del provvedimento ai livelli più alti, specie per punire proteste, falli tattici e infrazioni specifiche. Ad essere coinvolto per primo potrebbe essere il campionato inglese. Quanto alle effervescenze in campo, tra le more dell’assemblea, si è proposto di collaudare un sistema che permetta soltanto al capitano di ciascuna squadra di avvicinarsi all’arbitro in alcune situazioni di gioco particolarmente rilevanti – tipo i calci di rigore. È quindi evidente che le volontà del board siano del tutto orientate alla repressione delle proteste e delle occasioni di difficoltà gestionale dell’arbitro. Analogamente si è suggerita l’applicazione più intransigente del regolamento nei confronti dei calciatori e degli allenatori che dimostrino comportamenti poco rispettosi. E, del resto, è stato apprezzato l’esito delle sperimentazioni della body cam per i direttori di gara, volta a scoraggiare comportamenti aggressivi.

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L’INTRANSIGENZA

Un’attenzione particolare, come detto, è stata rivolta alle strategie utili per affrontare il tempo perso nelle partite e alle tattiche usate per interrompere il ritmo del gioco: pure in riferimento alla limitazione dei sei secondi per i portieri, al ritardo delle ripartenze e alla gestione degli infortuni.

Insomma stirare le sfide con ipertrofici recuperi è un’assurdità e, per l’Ifab, bisogna invertire il cammino. Rischia, poi, anche di dilagare la Var. Da applicarsi non più soltanto a episodi legati a assegnazione di un gol, di un rigore, espulsione diretta e errore di identità; ma anche a calci di punizione, corner e seconde ammonizioni. Così, nei fatti, la Var sarebbe utilizzabile in quasi tutte le fattispecie di una partita o, almeno, in tutte le decisive. Giusto per intendersi, al tavolo del board siedono quattro membri della Fifa e quattro delle federazioni britanniche (l’inglese, la scozzese, la gallese e la nord-irlandese): per approvare una modifica, occorrono almeno sei voti. Ma, per dire, fosse approvato il provvedimento di estensione della Var, chiaramente i tempi di recupero delle partite lieviterebbero ulteriormente, contrastando così con le linee di pensiero emerse proprio ieri dalla riunione dell’Ifab. Scenari confusi.

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