Si chiude un'era con una lezione di addio. Perché il modo con cui Jurgen Klopp chiude il suo ciclo al Liverpool è un esempio di asciuttezza e sobrietà. E naturalmente di stile. Invece dei soliti palleggi, seconde letture, scenari ipotetici, pettegolezzi, herr Klopp dice di essere stanco e si ferma. Nel bel mezzo della stagione. Come non fa praticamente mai nessuno. E allora, dopo nove anni, questo tedesco dai modi spicci e simpatici, ha parlato con la squadra, poi con i Reds e infine col mondo, rispettando precedenze e sensibilità. Nessuno ha potuto vedere quello che non esiste, nessuno ha sbirciato nel buco della serratura. E poi, quanto coraggio per non lasciar intristire una storia d'amore: «Non allenerò mai un'altra squadra di Premier. Ora non ho più energie, devo fermarmi». Lo fece anche Spalletti ma solo a campionato finito e senza riuscire a evitare, però, tormenti e tormentoni. Ma l'Italia, si sa, non è l'Inghilterra. E poco importa che il Liverpool è ancora in corsa su vari fronti: «So che per molti di voi sarà uno choc, amo assolutamente tutto di questo club e di questa città, ma a fine stagione lascerò la panchina. Sono sicuro che sia la decisione giusta da prendere perché sto finendo le energie e so che non posso continuare a fare questo lavoro ancora e ancora e ancora. Dopo tutti gli anni insieme e visto l'amore che ho per voi, il minimo che vi devo è la verità e questa è la verità».
Klopp spiega le ragione dell'addio, delle dimissioni. «L'avevo detto alla società già a novembre, quando ci siamo seduti insieme a parlare di potenziali acquisti.
De Laurentiis lo aveva chiamato prima di scegliere Rafa Benitez, dopo l'addio di Mazzarri, quasi undici anni fa. Ma Klopp scelse di restare in Germania un altro po'. Ora chiaro che il suo addio scatena un effetto domino, anche perché è davvero il primo della lista dei sogni di tutti. Anche del Napoli? Ovviamente i tifosi azzurri non fanno che invocare il suo nome sui social ma l'operazione sembra assai complicata. In primo luogo per la concorrenza: in Italia, di Roma e Milan. E nel resto d'Europa, di Psg e anche del Barcellona. C'è da capire anche chi sarà il suo erede al Liverpool. Ma lì, rispetto all'Italia, hanno più coraggio: spesso prendono la vecchia stella in pensione e la piazzano in panchina. C'è tempo, chiaro, per fare qualsiasi cosa: certo, ora, molti big sono a spasso. Oltre Herr Jurgen, ci sono anche Zinedine Zidane e Antonio Conte. Solo Ancelotti si è già tenuto stretto il posto al Real. Conte è il favorito numero uno alla successione di Mazzarri sulla panchina del Napoli in estate. Poi, chissà, De Laurentiis potrebbe anche fare un pensierino a Klopp. Vuole, però, un anno sabbatico. Lo stress da panchina ha colpito anche uno dei più grandi di tutti.