Dopo 29 anni ancora ombre sulla squalifica di Maradona a Usa '94

L'ex procuratore del Pibe Bolotnicoff lancia accuse: «Tagliarono le gambe all'Argentina, avrebbe vinto il Mondiale»

Maradona contro la Nigeria nel 1994: la sua ultima partita da calciatore in un Mondiale
Maradona contro la Nigeria nel 1994: la sua ultima partita da calciatore in un Mondiale
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Mercoledì 28 Giugno 2023, 12:49 - Ultimo agg. 29 Giugno, 09:44
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Sono passati 29 anni e il caso sembra ancora aperto. Ci sono nuove ombre e nuove accuse su quanto accadde nel giugno 1994 negli Stati Uniti, sulla seconda squalifica per doping di Diego Armando Maradona. Ricorderete quella scena, dopo la vittoria sulla Seleccion contro la Nigeria al Mondiale. Il Pibe portato per mano da una infermiera bionda verso l'area del controllo antidoping. Pochi giorni dopo, la notizia: tracce di efedrina, farmaco vietato ai Mondiali ma - secondo quando dichiarato dall'avvocato Daniel Bolotnicoff, che in quegli anni curava col socio Marcos Franchi gli interessi di Diego - non dal Cio.

E' stato appunto Bolotnicoff a rilasciare in questi giorni una lunga intervista ai media argentini in cui sottolinea che vi un complotto ai danni di Maradona. E anche dell'Argentina che «era avviata verso la vittoria del Mondiale: ma ci tagliarono le gambe». L'espressione che Diego utilizzò in quella drammatica conferenza stampa successiva alla comunicazione della squalifica da parte della Fifa per uso di efedrina, un farmaco che unito ad altri avrebbe consentito al capitano della Seleccion - molto dimagrito - di conservare il suo peso forma. Lui si era presentato a Usa '94 come testimonial di eccezione, fortemente voluto da Blatter, allora segretario generale della Fifa. Due anni prima era stato proprio Blatter a fare pressioni sul Napoli, guidato all'epoca da Ferlaino, affinché cedesse il cartellino del campione al Siviglia per 7,5 milioni di dollari, peraltro non tutti versati.

Ma durante il Mondiale accadde qualcosa che incrinò i rapporti - ricorda Bolotnicoff - e cioè l'attacco di Diego per gli assurdi orari delle partite.

Poi la gara con la Nigeria, il test positivo, la comunicazione della Fifa. Con un giallo. Grondona, presidente della federcalcio argentina, rinunciò alla difesa di Maradona. 

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«Mi disse: abbiamo ritirato Diego dalla competizione affinché non vi siano danni per la nostra nazionale», spiega adesso Bolotnicoff, trovatosi da solo a difendere Maradona, indifendibile non soltanto per la Fifa ma anche per l'Afa, la sua federazione. Quella contro i nigerani fu la sua ultima partita da calciatore a un Mondiale. Si sarebbe rivisto sedici anni dopo, da ct dell'Argentina, in Sudafrica. A buttarlo fuori dalla Coppa sarebbe stata una spietata Germania

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