Vincenzo D'Amico è morto, il Golden Boy della Lazio aveva 68 anni. Da tempo era malato di tumore. Chi era

Una vita con la Lazio nel cuore, poi la carriera da opinionista

Vincenzo D'Amico è morto, il Golden Boy della Lazio aveva 68 anni. Da tempo era malato di tumore. Chi era
di Valerio Marcangeli
Sabato 1 Luglio 2023, 17:55 - Ultimo agg. 2 Luglio, 07:21
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Era lo scorso 8 maggio e Vincenzo D’Amico avvisava tutti con un post su Facebook di essere in piena battaglia contro un tumore: «Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando». Questo il messaggio del “Golden Boy” della Lazio, inondato da commenti di solidarietà e vicinanza da parte di tutto il popolo biancoceleste. A distanza di qualche mese è arrivata la triste notizia. D'Amico è morto.

 

Chi era Vincenzo D’Amico

Nato a Latina il 5 novembre 1954 (anche se il padre lo iscrisse all’anagrafe il 6) Vincenzo D’Amico ha rischiato di entrare nel settore giovanile della Roma, ma nel 1970 venne registrato a tutti gli effetti in quello della Lazio, anche perché i colori della sua vita non potevano non essere biancocelesti. Un gol dopo l’altro, il “Golden Boy” strega tutti con la sua grande tecnica e in un batter d’occhio finisce sotto gli occhi di Tommaso Maestrelli, allora allenatore della prima squadra della Lazio.

Si tratta di un incontro determinante per la carriera di D’Amico, con quello che per lui sarà a tutti gli effetti un secondo padre. Maestrelli infatti lo accolse come un figlio nonostante un carattere abbastanza indisciplinato. Gli teneva addirittura i primi stipendi per non farglieli terminare in una manciata di giorni.

Dall’esordio al post carriera: una vita da laziale

Neanche diciassettenne, il 21 maggio 1971 lo fa esordire da titolare in Serie B contro il Modena. "Vincenzino" aveva la maglia numero 11 e in quel momento è entrato di diritto nella storia della Lazio. Era il talento di quella banda che nel 1974 vinse il primo scudetto della storia biancoceleste. Quella tra D’Amico e il club capitolino è una storia d’amore scritta in 336 presenze e 49 gol. Tanti momenti belli, ma anche bui. Come nel 1980, quando si ritrovò da solo dopo lo scandalo del calcioscommesse che coinvolse molti compagni di squadra.

Poi l’addio per un solo anno al Torino e il ritorno in Serie B nella Capitale con tanto di fascia di capitano. Nel bene o nel male, D'Amico c’è sempre stato. Una volta appesi gli scarpini al chiudo ha proseguito a lavorare nel mondo del calcio con una lunga carriera da opinionista tra radio romane e tv nazionali, senza mai dimenticare il suo amore per la Lazio. Un simbolo per tutte le generazioni, per questo il popolo biancoceleste non lo dimenticherà mai.

Il post della Lazio: «Vincenzino per sempre»

«Leggenda biancoceleste e coraggioso capitano nei momenti difficili della Società». Così il presidente Claudio Lotito e tutta la Lazio «con estremo dolore e profonda commozione» per la notizia della scomparsa di Vincenzo D`Amico, protagonista indiscusso dello scudetto 1973/74. «Vincenzino, come tanti lo hanno sempre continuato a chiamare - scrive il club sul sito -, ha fatto innamorare i tifosi di diverse generazioni con le sue magie in campo e il suo infinito attaccamento alla maglia». D`Amico ha giocato nella Lazio dal 1971 al 1980 e, dopo un anno al Torino, dal 1981 al 1986. Il presidente Lotito, a nome di tutto il club, rivolge alla sua famiglia e ai suoi cari le più sincere condoglianze. «Non ti dimenticheremo mai, Vincenzo!»

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